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  • Immagine del redattoreFilippo P.

Giordania, il mio itinerario di 9 giorni

Aggiornamento: 17 gen 2022

Un viaggio on the road attraverso il territorio giordano, dalla capitale Amman ad Aqaba e il Mar Rosso, passando per Petra e il Wadi Rum.



La domanda che tutti mi ponevano quando dicevo che sarei andato in Giordania era: perchè la Giordania? La risposta più scontata, ed effettivamente il motivo che ha spinto la mia curiosità verso questo paese, è: Petra. Il fascino e la fama dell'antica città dei Nabatei non hanno bisogno di presentazioni, ma dopo esserci stato posso dire con cognizione di causa che la Giordania è molto più di Petra. E' un'oasi di pace e di accoglienza in un'area geografica fortemente instabile, e rappresenta il viaggio ideale per chi, come me, vuole conoscere nuove culture mantenendo il giusto equilibrio tra natura, luoghi di interesse storico e avventura.


L'itinerario da me pianificato, consultando svariati siti e blog come questo, è stato pensato su una base di 9 giorni (viaggi da e per l'Italia inclusi), ma la Giordania si presta bene anche ad itinerari più brevi o più lunghi, a seconda delle esigenze di ciascuno. Le tappe e le attività coinvolte sono state organizzate tenendo conto della stagione (dal 3/11 all'11/11), ma a parte qualche eccezione è un itinerario valido (e per la verità abbastanza classico) in ogni periodo dell'anno. Premetto che la nostra decisione è stata quella di arrivare ad Amman e di ripartire da Eilat (appena oltre il confine israeliano) per non dover rifare la strada al contrario fino ad Amman. Molte persone però scelgono di arrivare e ripartire da Amman, in tal caso bisogna allocare una giornata in più per il viaggio di ritorno (sono 4-5 ore di auto).


Di seguito descriverò tutte le tappe, che ho evidenziato nella mappa sottostante (i luoghi indicati con la casetta sono quelli dove ho pernottato). Nell'articolo Giordania, tutte le informazioni utili per il vostro viaggio potete trovare diverse informazioni utili di carattere generale che vi aiuteranno a pianificare il vostro itinerario.


Itinerario giorno per giorno


Giorno 1: Milano - Amman

Partiti da Milano all'alba, io e la mia compagna (di viaggio e di vita) atterriamo all'aeroporto Queen Alia di Amman verso le 11 del mattino, dopo un volo di circa 4 ore. L'aeroporto è grande e moderno, e ci dà subito l'impressione di un paese assolutamente preparato ad accogliere turisti. Il controllo passaporti è rapidissimo: ci sono due code distinte per chi è in possesso del Jordan Pass (come noi) e per chi invece deve richiedere il visto. Nel nostro caso tutto si è risolto in pochi minuti: un paio di domande, una foto con la webcam e il primo di una lunga serie di "Welcome to Jordan".

Ciitadella di Amman
Ciitadella di Amman

Raggiungiamo in taxi il nostro hotel, situato in centro città, e dopo il check in ci buttiamo subito a mangiare un boccone nell'ottimo ristorante Hashem e poi a capofitto nella visita della capitale, che per esigenze di tempo dobbiamo condensare in poco più di mezza giornata. Il nostro itinerario a piedi comprende le tre attrazioni assolutamente da non perdere di Amman: la Cittadella, il teatro romano e la zona dei souk. Su cosa fare ad Amman in un giorno parlo nel mio articolo dedicato. Qui mi limiterò a consigliare assolutamente di non snobbare la capitale, ma di dedicarle almeno una mezza giornata, perchè è senza dubbio uno dei luoghi più autentici del paese, dove si ha davvero la possibilità di vivere la vita quotidiana del popolo giordano.


Terminato il nostro tour verso le 5 del pomeriggio (ora in cui tramonta il sole a novembre) ci concediamo una breve sosta in albergo prima della cena e del giretto serale. Andiamo a letto stanchi ma eccitati: l'indomani inizia l'on the road vero e proprio.


Giorno 2: Amman - Jerash - Madaba

Il decumano dell'antica Jerash
Il decumano dell'antica Jerash

La mattina del secondo giorno, come concordato dall'Italia, ci incontriamo col rappresentante del noleggio auto nella reception del nostro hotel: svolte le formalità burocratiche, ci viene consegnata la nostra scalcagnata Kia Picanto corredata da un pessimo Garmin. Inizia così il vero e proprio roadtrip, col trauma della guida ad Amman: sembra di guidare a Napoli, ma i cartelli sono in Arabo e il Garmin dava indicazioni poco chiare. Potete trovare tutti i dettagli sul noleggio auto e la guida in Giordania in fondo all'articolo.

Usciti dalla città, la guida si fa più agevole, e in un'oretta abbondante raggiungiamo l'antica città romana di Jerash (Gerasa), alla cui visita abbiamo deciso di dedicare la giornata. All'antica Jerash ho dedicato un articolo a parte.


Finita la visita di Jerash, ci dirigiamo verso Madaba (circa 1 ora e mezza di strada, trafficata ma agevole), dove abbiamo prenotato un hotel proprio di fronte alla chiesa di San Giorgio, principale attrattiva della città, il cui pavimento ospita un mosaico con la più antica riproduzione della mappa della Terrasanta. Causa traffico arriviamo a Madaba dopo l'orario di chiusura della chiesa, per cui rimandiamo la visita al mattino successivo. Per informazioni più dettagliate su Madaba e sul perchè visitarla rimando a questo articolo.


Giorno 3: Madaba - Monte Nebo - Mar Morto

La mattina del terzo giorno sveglia di buon'ora per visitare la chiesa di San Giorgio, con aspettative abbastanza alte sul tanto decantato mosaico ben presto deluse dalla realtà dei fatti: il mosaico è piuttosto piccolo e attraversato da una colonna, per cui risulta pure difficilmente intellegibile. Al di là della valenza storica sicuramente di grande rilievo, non mi sento proprio di definirlo imperdibile.

Ci mettiamo quindi nuovamente in macchina in direzione Mar Morto, passando per il Monte Nebo, dove si trova il Memoriale di Mosè. Quest'ultimo è facilmente raggiungibile in quanto è proprio sulla strada che collega Madaba al Mar Morto, ci si trova il cancello sulla destra e si parcheggia senza fatica (almeno in novembre). Andando verso il Monte Nebo sembra di rimanere ad altitudini modeste, invece non è così: dal Memoriale si gode di una bellissima vista su tutta la vallata. L'accesso costa 2 JD per gli stranieri e 1 JD per i giordani (prassi abbstanza curiosa che abbiamo riscontrato altre volte nell'arco del viaggio). All'interno è presente anche una chiesa contenente alcuni mosaici molto belli (più grandi e interessanti di quello di Madaba).

La vista dal Memoriale del Monte Nebo
La vista dal Memoriale del Monte Nebo

Dopo questa tappa, che consiglio vivamente, ripartiamo per il Mar Morto: circa mezz'ora di strada, molto piacevole e panoramica - e ovviamente tutta in discesa - prima di arrivare al nostro resort, l'Holiday Inn Dead Sea. Se si vuole pernottare sul Mar Morto non c'è molta scelta, bisogna per forza prenotare uno dei grandi resort, tutti provvisti di spiagge private. Al Mar Morto bisogna per forza accedere tramite spiaggia privata - ce ne sono alcune non appartenenti ai resort, come la Amman Beach - a prezzi abbastanza alti (minimo 20-25 JD). Se si dorme in un resort invece l'accesso è incluso nel prezzo della camera, contrariamente a quanto avevo letto prima di partire.


Facciamo il check in con una piccola disavventura, condita da una figura da barboni, perchè non mi funzionava la carta di credito. Quindi ci godiamo la giornata di relax all'interno del resort. Il bagno nel Mar Morto è un'esperienza da fare: si galleggia anche senza volere a causa dell'altissima salinità del mare, ed è una sensazione molto particolare. Occhio a non immergere la testa, come ovviamente io ho fatto, provocandomi una cecità temporanea e un sapore amarissimo in bocca. Fortunatamente il bagnino, vedendomi uscire dall'acqua tipo zombie, è venuto in mio soccorso rovesciandomi in testa una bottiglietta d'acqua e riportando a 5 i miei sensi funzionanti. La spiaggia è molto ben tenuta e attrezzata, e mette a disposizione dei clienti due bacinelle piene di fanghi del Mar Morto, con cui ci siamo divertiti a trasformarci nelle nostre versioni total black.


Al di là degli svariati comfort, però, non è il caso di fermarsi più di una notte nel Mar Morto: il mare è cupo e poco invitante, e una volta esaurita l'esperienza del galleggiamento non c'è nulla per cui valga davvero la pena rimanere.

Se non si vuole pranzare e/o cenare nell'hotel, visti i prezzi non proprio economici, conviene andare al centro commerciale che si trova sulla strada costiera all'altezza dell'Hotel Hilton (a 5 minuti dall'Holiday Inn), consigliatoci dalla ragazza alla reception in seguito alla figura da poveri rimediata al check in (chissà come mai). Conviene portare sempre i passaporti con sè quando si esce dal resort, perchè ci sono dei posti di blocco lungo la strada.


Giorno 4: Mar Morto - Kerak

Dopo un'abbondante colazione salutiamo il lusso e ci mettiamo in marcia verso la ben più spartana Kerak, dove ci attende la visita al famoso castello. Lungo la strada facciamo una piccola deviazione per raggiungere un punto panoramico all'interno del Panorama Dead Sea Complex, che si trova lungo la strada per le Ma'in Hot Springs (tappa non prevista nel nostro viaggio, per esigenze di tempo, ma che potrebbe meritare). Poco prima di arrivare al complesso, venendo dal Mar Morto, c'è un cartello forviante che indica di svoltare a destra, ma è falso, lì non c'è niente (solo uno slargo in mezzo al nulla). Bisogna proseguire ancora qualche centinaio di metri, passando sopra un ponte che collega due estremità di un canyon. L'accesso al Panorama Complex, come per il Memoriale del Monte Nebo, costa 1 JD per i giordani e 2 per gli stranieri (a quanto pare è una tradizione dei punti panoramici giordani). All'interno c'è un ristorante in cui non abbiamo pranzato perchè era troppo presto, ma che ci è sembrato carino ed economico.

Il Mar Morto dall'alto
Il Mar Morto dall'alto

Tornati sulla strada del Mar Morto, abbiamo costeggiato il mare fino all'estremità sud (inutile spingersi fino alle saline, non c'è niente). In questa zona ci sono alcuni centri abitati che toccano picchi estremi di povertà, che se non altro offrono spunti di riflessione sulla condizione agiata in cui noi viviamo. Prendiamo il bivio per Kerak e percorriamo la strada che sale fino alla città del Castello, trovandoci per quasi tutto il percorso dietro a camion e furgoni di una lentezza snervante.

Arrivati a Kerak raggiungiamo agevolmente il castello (è ben indicato) e troviamo parcheggio nella piazza a pochi passi dall'ingresso. Il castello merita sicuramente una visita, soprattutto per quanto riguarda la parte sotterranea, composta da un dedalo di gallerie illuminate in maniera molto suggestiva. E qui finiscono gli aspetti positivi della tappa a Kerak, se volete scoprire perchè leggete l'articolo dedicato: disavventura a Kerak.

Qui mi limiterò a darvi un consiglio: NON DORMITE A KERAK. Visitate il castello, mangiate un boccone al ristorante Al Fid'a e poi fuggite più lontano possibile.


Update 2020: pare che abbia aperto di recente il nuovo Falcon Rock Hotel, che dovrebbe avere standard un po' più vicini alla decenza. Se proprio ci tenete a dormire a Kerark, consiglio di provare questa soluzione, a vostro rischio e pericolo.


Giorno 5: Kerak - Piccola Petra - Petra by night

Finalmente ripartiti dall'indimenticabile (ma non in senso buono) Kerak, affrontiamo il tragitto più lungo dell'itinerario, quello che ci porta fino a Petra percorrendo la Desert Highway: due ore e mezzo di superstrada in mezzo al deserto nell'arteria principale del paese, che collega Amman ad Aqaba. Un po' angosciante il fatto di essere completamente in mezzo al nulla col telefono che non prende, ma ha il suo fascino.

Pochi km prima di arrivare a Petra, grazie alle indicazioni di un poliziotto prendiamo una deviazione per Siq Al Barid, aka Piccola Petra. Lungo la tortuosa e panoramica strada, ci imbattiamo nell'originalissimo Bubble Luxury Hotel, un hotel composto da una serie di bolle trasparenti dotate di ogni comfort, con una vista stupenda sulla vallata e la possibilità di dormire letteralmente sotto le stelle. Prezzi probabilmente piuttosto alti, ma vale la pena farci un pensierino: questo è il loro sito.

Bubble Luxury Resort vicino a Piccola Petra
Bubble Luxury Resort vicino a Piccola Petra

Proseguendo la strada fino in fondo, giungiamo a Piccola Petra, che rappresenta solamente un assaggio della "sorella maggiore": per questo il mio consiglio è di visitarla prima di Petra, altrimenti potrebbe rivelarsi deludente. Dopo una mezz'oretta scarsa di percorso nel canyon, costeggiato da alcuni edifici scavati nella roccia dai Nabatei e da numerosi venditori ambulanti, arriviamo in fondo al Siq, seguendo le indicazioni di una millantata "best view in the world" (per la verità non imperdibile). Ripercorriamo quindi il Siq al contrario e ci rimettiamo in macchina per raggiungere la nostra destinazione finale, Wadi Musa, dove abbiamo prenotato un hotel a pochi metri dall'ingresso di Petra. Usciti da Piccola Petra conviene girare subito a destra al primo bivio, seguendo le indicazioni per Wadi Musa, anzichè tornare sulla King's Highway: in circa 15 minuti si arriverà proprio all'ingresso di Petra.

Petra, il Tesoro
Petra, il Tesoro

Prima di raggiungere il nostro hotel ci fermiamo per un pranzo tardivo in uno dei molti ristoranti turistici presenti sulla strada che conduce dal centro di Wadi Musa all'ingresso di Petra. Nulla di memorabile, se non per la furibonda lite in arabo nelle cucine con tanto di rumore di stoviglie infrante, se non altro caratteristica. Subito dopo ci dirigiamo al Visitor Center per chiedere informazioni su Petra by Night, in programma per quella sera. Dell'esperienza di Petra by Night, suggestiva ma controversa, parlo nell'articolo relativo. Se volete viverla, organizzate bene il vostro itinerario, perchè c'è solo in determinati giorni (lunedì, mercoledì e giovedì) e a mio avviso ce la si gode di più prima di aver visto Petra di giorno.


Giorno 6: Petra

Il sesto giorno è interamente dedicato alla visita di Petra. Per quanto mi riguarda, consiglio di soffermarsi a Petra più di un giorno solo se si è molto amanti del trekking, perchè per le attrattive principali è sufficiente una giornata (per quanto intensa).

Per consigli e info utili sulla visita alla città dei Nabatei e sul soggiorno a Wadi Musa, vi rimando all'articolo dedicato.


Giorno 7: Petra - Wadi Rum

Partiamo da Petra di prima mattina perchè siamo attesi alle 9.30 al Wadi Rum Village per l'escursione in jeep nel deserto che abbiamo prenotato dall'Italia. Noi abbiamo optato per un'escursione di tutto il giorno con pernottamento in accampamento, e non ci siamo affatto pentiti della scelta. Gli accampamenti che offrono soluzioni di questo tipo sono molti, noi abbiamo scelto Rum Stars Camp per una combinazione di buone recensioni e prezzo (55 JD a testa tutto incluso, pasti compresi). Consiglio di prenotare in anticipo dall'Italia, anche perchè non viene richiesto nessun acconto ed è possibile cancellare la prenotazione senza costi anche poco prima, basta avvertire.

Dopo poco meno di due ore di King's Highway, con tanto di inversione a U in autostrada necessaria per prendere la deviazione per il Wadi Rum, arriviamo al Wadi Rum Village, dove veniamo accolti col primo di una lunga serie di thè alla menta. Se non si ha il Jordan Pass l'ingresso nel Wadi Rum costa 5 JD (oltre al prezzo delle escursioni).

L'escursione avviene su una jeep scoperta, e prevede diverse tappe nei luoghi più significativi del deserto. In un momento di pausa davanti alla Lawrence's Spring, mentre aspettavamo due francesi che si attardavano, ne abbiamo approfittato per provare l'ebbrezza di un breve giro a dorso di cammello (5 JD a testa per 5 minuti di cavalcata, il beduino era irremovibile). Un'esperienza da fare senza dubbio, possibilmente però per tratte brevi, perchè non è il massimo della comodità, soprattutto per gli uomini.

Il deserto del Wadi Rum
Il deserto del Wadi Rum

Dopo circa 6 ore di escursione, compresa una pausa per un frugale pranzo cucinato dalla nostra guida, veniamo condotti nell'accampamento e prendiamo possesso della nostra tenda, essenziale ma bella e confortevole. Stanchissimi dopo i diversi giorni di viaggi, escursioni e sveglie all'alba, ci concediamo un meritato pisolino in tenda, perdendoci l'informazione essenziale che la cena sarebbe stata servita alle 18. Ci svegliamo quando ormai tutti hanno finito di cenare, e siamo costretti ad accontentarci degli avanzi freddi e solitari del banchetto altrui. Ci dirigiamo quindi nella tenda comune, dove i beduini si esibiscono in uno spettacolo di canti e balli tradizionali attorno al fuoco, per inciso molto migliore di quello di Petra by Night, prima di congedarsi e andare a letto.

Dopo aver chiesto almeno 3 volte conferma dell'orario della colazione - impariamo dai nostri errori - ci dirigiamo nella nostra tenda per il meritato riposo in un letto ben più comodo di quelli di diversi hotel giordani. Vista la serata nuvolosa non possiamo purtroppo godere del cielo stellato.


Giorno 8: Wadi Rum - Aqaba

La sveglia alle 6 ci regala lo spettacolo del deserto con la luce dell'alba, oltre ad una discreta colazione, questa volta in orario. Verso le 8 veniamo riaccompagnati al Wadi Rum Village per il checkout e per recuperare la nostra irriducibile Kia Picanto. Qui, accedendo ad un wifi per la prima volta dopo 24 ore di disintossicazione, veniamo a sapere che a Petra c'è stata un'alluvione e che per poco non si è verificata una strage. Una volta rassicurati amici e parenti sul fatto che ormai tra noi e Petra ci fossero più di 150 km, ripartiamo in direzione della nostra ultima tappa: Aqaba. Il viaggio è piuttosto breve (circa 1 ora) e trascorre velocemente anche grazie alla piacevole compagnia di dei ragazzi di Caserta a cui diamo un passaggio (un po' di solidarietà tra connazionali non fa mai male). Una volta arrivati a destinazione facciamo fatica a trovare l'hotel (il Garmin tanto per cambiare non trova la via), per cui chiediamo indicazioni a dei poliziotti che, dopo un lungo dibattito tra loro, ci fanno segno di seguirli e ci scortano con la volante. Facciamo così il nostro arrivo trionfale al Cedar Hotel scortati dalla polizia, mentre molto meno trionfali sono i minuti successivi in cui riconsegniamo la macchina (avevamo appuntamento all'hotel con il rappresentante del noleggio) e ci vengono chiesti 70 JD di danno - cifra spropositata - per un graffio alla carrozzeria.

Aqaba non è certo il luogo più affascinante ed autentico della Giordania, ma offre alcune opzioni per trascorrere una piacevole giornata sul Mar Rosso. Della nostra giornata ad Aqaba, l'ultima del viaggio, parlo nell'articolo Cosa fare ad Aqaba.


Giorno 9: Aqaba - Eilat - Milano

L'ultimo giorno è interamente dedicato al rientro a casa. Noi abbiamo deciso di passare da Eilat (in Israele ma a pochi km da Aqaba) attraversando il confine la mattina stessa. Abbiamo fatto questa scelta perchè da Eilat esistono voli diretti Ryanair per Milano a prezzi davvero stracciati. Se però la vostra destinazione è Roma, o accettate di fare scalo, esistono voli analoghi da Aqaba, decisamente più comodi perchè vi evitano il lungo iter di passaggio del confine, di cui parlo nell'articolo su come varcare il confine Giordania-Israele.


Update 2020: ovviamente dal 2018, anno successivo al nostro viaggio, è stata aperta da Ryanair anche la tratta diretta Milano-Aqaba (ora sospesa causa Covid, ma penso verrà ripristinata). Nel caso fosse disponibile, è sicuramente da preferire rispetto al passaggio del confine.


Considerazioni finali


Dovendo tirare le somme, sono veramente soddisfatto dell'itinerario scelto e dell'organizzazione del viaggio. A parte qualche disavventura, che in un on the road capita quasi per forza, è filato tutto liscio, grazie anche all'ottima organizzazione e accoglienza dei giordani in quasi tutti i luoghi di interesse turistico. Il paese è assolutamente preparato ad accogliere i turisti, pur senza snaturarsi e fornendo ugualmente un'esperienza autentica.

Dovendo modificare col senno di poi qualche aspetto dell'itinerario, l'unica cosa che cambierei è la tappa a Kerak: il castello merita ma la città non è assolutamente in grado di ospitare turisti. Avendo più tempo a disposizione, due tappe che mi sarebbe piaciuto fare sono le Ma'in Hot Springs e la riserva della Biosfera di Dana. Ma il mio più grande rimpianto è non aver potuto fare il canyoning nel Wadi Mujib, che purtroppo è aperto solo dal 1 aprile al 31 ottobre (mentre noi siamo andati a inizio novembre). Per chi fosse interessato, questo è il link.

A parte questo, consiglio davvero a tutti un viaggio in Giordania, difficilmente ve ne pentirete!


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Potete trovare di seguito l'elenco dei miei altri articoli a tema Giordania:


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