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  • Immagine del redattoreFilippo P.

Sicilia, il mio itinerario di 9 giorni

Aggiornamento: 21 dic 2020

Il mio itinerario di viaggio nella parte orientale della Sicilia: mare, natura e città d'arte nelle province di Catania, Messina, Ragusa, Siracusa ed Enna.


Il Duomo di Ortigia
Il Duomo di Ortigia

Sta diventando ormai quasi una tradizione, per noi, il viaggetto di settembre alla scoperta delle regioni italiane, specialmente quelle del sud per noi più lontane e sconosciute. Dopo la Puglia (vedi articolo), quest'anno è toccato alla Sicilia. Viste le dimensioni della regione, e avendo già visto Palermo, abbiamo deciso di concentrarci sulla parte sud-orientale dell'isola, concentrandoci quindi sulle province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna.

In questo articolo racconto il nostro itinerario settembrino di 9 giorni tappa per tappa, cercando di fornire qualche informazione utile mischiata alle nostre impressioni.

Nella mappa sottostante ho riportato tutti i luoghi che abbiamo visitato e in cui ci siamo fermati a dormire.

Itinerario giorno per giorno


Giorno 0: Milano - Catania

Per sfruttare al massimo i giorni a nostra disposizione, partiamo da Milano dopo il lavoro nel tardo pomeriggio di venerdì con un comodo volo AirItaly. Arrivati a Catania ci dirigiamo subito a ritirare la nostra auto a noleggio, prenotata con Sicily By Car tramite il portale Rentalcars. Dopo un'attesa tutto sommato breve, ci accoglie una tipa piuttosto cafona che cerca di venderci polizze a prezzi assurdi (oltre a quella che già avevamo) facendoci terrorismo psicologico. Optiamo per l'ottimismo e rifiutiamo le sue gentili offerte, dirigendoci al parcheggio per prelevare la nostra minuscola Opel Carl (anziché la Polo che avevamo prenotato, ma pazienza). Già dalla prima sera riusciamo a renderci conto di uno degli aspetti più caratteristici dei siciliani, e in particolare dei catanesi: guidano come dei pazzi. Zero regole, caos totale e legge del più forte che vige incontrastata. Nonostante ciò, alla faccia delle maledizioni della tipa del noleggio, arriviamo incolumi nel nostro B&B a due passi dal Teatro Bellini (molto comodo il parcheggio a pagamento in via don Luigi Sturzo, 6 € al giorno - in centro a Catania parcheggiare gratis è impossibile). Il B&B, che consiglio, si chiama I Puritani, come un'opera di Bellini, è in una posizione davvero strategica ed ha un ottimo rapporto qualità prezzo.

Stanchi per il viaggio, ci concediamo una cena rapida all'Etoile D'Or, di fianco al mercato del pesce: non gli daresti un soldo visto da fuori (anche considerando il parcheggiatore abusivo piazzato di fronte in pianta stabile), ma è buono ed economico.


Giorno 1: Etna e Gole dell'Alcantara

Il primo vero giorno in Sicilia è dedicato ad un'escursione organizzata sull'Etna e alle Gole dell'Alcantara a partire da Catania. Abbiamo prenotato l'escursione da euthymos.it con qualche settimana di anticipo, senza dover versare alcuna caparra.

Riccardo, la nostra guida, ci viene a prendere sotto il nostro B&B verso le 8.30. Dopo aver perso un po' di tempo per raccattare tre stordite romane all'aeroporto, partiamo finalmente in direzione Etna, dove durante il tragitto Riccardo, guidando in maniera abbastanza fantasiosa, ci fornisce un po' di informazioni geologiche sul vulcano e ci intrattiene con una bella colonna sonora cantautorale. Breve tappa in una grotta vulcanica, per poi ripartire verso i crateri dell'Etna. Qui ci godiamo una degustazione di mieli dell'Etna (molto buoni e particolari) prima di avventurarci sulla roccia dalle mille sfumature per una passeggiata di poco più di mezz'ora.

I colori dell'Etna
I colori dell'Etna

Il programma prevede poi il pranzo e la degustazione di alcuni liquori tipici della zona (tra cui il Fuoco dell'Etna, molto forte). Nel pomeriggio una strada non brevissima ci porta alle Gole dell'Alcantara, dove ci fermiamo un paio d'ore per immergerci (solo fino alla vita) nelle acque gelide del fiume e per ammirare le rocce dalle forme stranissime che formano le gole. Rientramo a Catania verso le 18, giusto il tempo di lavarci e riposarci un attimo prima di andare a cena e a farci un giretto serale in centro.

Prezzo dell'escursione 75 € a persona comprensivo davvero di tutto, quindi nel complesso è una soluzione che mi sento di consigliare, anche perchè orientarsi da soli nella zona dell'Etna non è facile.


Giorno 2: Catania - Aci Trezza - Aci Castello - Taormina

Il secondo giorno a Catania, la nostra intenzione era quella di dedicare una mezza giornata abbondante alla visita della città. La nostra impressione, però, è che tolti il mercato del pesce (che però era chiuso essendo domenica), la piazza del Duomo e un paio di vie adiacenti, la città offra davvero poco da vedere.

Piazza del Duomo a Catania
Piazza del Duomo a Catania

Non esistono nemmeno free walking tour che permettano di coglierne gli aspetti più nascosti e meno turistici, per cui dopo una breve passeggiata decidiamo di saltare su un turisticissimo bus scoperto che ci porta un po' in giro per la città, e soprattutto ci fa fare tappa anche ad Aci Castello e Aci Trezza (pochi km a nord di Catania). Il tempo nelle due località che ci viene lasciato dal bus è davvero molto ridotto, ma sufficiente a dare un'occhiata al Castello di Aci Castello e ai faraglioni di Aci Trezza. Tour non imperdibile, anche perchè le due località possono essere raggiunte in macchina senza troppa difficioltà, e magari concedendosi un po' più più di tempo per visitarle.

Dopo un ottimo pranzo (a prezzi davvero stracciati) all'Antica Salumeria di fianco al teatro Bellini, partiamo alla volta di Taormina, dove arriviamo dopo circa un'ora di "autostrada" (difficile definirla così, anche considerando il prezzo irrisorio di 1,70 €). Dopo aver preso possesso del nostro B&B, a pochi passi da Porta Messina, ci dirigiamo nel centro di Taormina, a goderci il tramonto dal famosissimo Teatro Greco. Il teatro è davvero molto bello e offre una vista panoramica stupenda, la visita però è un po' scarna considerato il prezzo di 10 € a persona per l'ingresso. In ogni caso è una tappa da non perdere, soprattutto se la giornata è limpida (cioè quasi sempre) verso l'ora del tramonto.

Il Teatro Greco di Taormina
Il Teatro Greco di Taormina

Proseguiamo il nostro primo assaggio di Taormina percorrendo l'affollato e vivace Corso Umberto fino a Porta Catania, per poi fermarci a fare un buon aperitivo al Daiquiri e terminare cenando alla famosissima rosticceria Da Caterina. Mangiare a Taormina sicuramente non è economico, e se ci si vuole sedere ad un tavolo con camerieri e quant'altro, è difficile spendere meno di 30 € a persona. Se si vuole risparmiare, però, ce la si cava egregiamente con lo street food, di ottima qualità e a prezzi assolutamente accessibili per tutte le tasche.


Giorno 3: Taormina - Isola Bella - Castelmola

L'indomani ci concediamo la prima tappa di mare del nostro viaggio: destinazione Isola Bella. Dal centro di Taormina la spiaggia è comodamente raggiungibile in funicolare. Si prende a Porta Messina, parte ogni 15-20 minuti e per 6 € a persona a/r offre un tragitto veloce e panoramico.

La spiaggia di fronte all'Isola Bella è affollata e poco confortevole, per cui ci concediamo innanzitutto un giro in barca (ve ne offriranno appena mettete piede sulla spiaggia). Al prezzo di 10 € a persona veniamo portati alla Grotta Blu (bella ma nulla a che vedere con quella di Capri o Palinuro) e in un altro paio di punti di interesse, per poi fare un bagno in un punto dove l'acqua è di un blu quasi irreale. Poco più tardi ci avventuriamo sull'Isola Bella vera e propria: l'accesso costa 4 € a persona ma vale davvero la pena.

Nel pomeriggio risaliamo a Taormina per fare una passeggiata nei Giardini della Villa Comunale (molto particolari), quindi prendiamo la macchina e ci arrampichiamo su per il monte fino a raggiungere Castelmola. Questo borgo medievale di circa 1000 abitanti, molto pittoresco, domina la costa dall'alto (è a circa 500 m sul livello del mare) ed è particolarmente consigliato al tramonto. Cercate il bar Turrisi, molto noto per le sue terrazze panoramiche e per un arredamento a tema quantomeno singolare (non voglio farvi spoiler). Salite fino al piano più alto e ordinate un vino alle mandorle, non ve ne pentirete.


Giorno 4: Taormina - Fontane Bianche - Ortigia

Lasciamo Taormina di buon'ora: ci attende uno dei tratti di strada più lunghi dell'intera vacanza, circa 1 ora e mezza per arrivare nei dintorni di Siracusa. Trascorriamo la seconda metà della mattinata al mare, nella tranquilla spiaggia di Fontane Bianche, pochi km a sud di Siracusa. Pranziamo in un triste e caro bar sulla spiaggia (in una posizione così si può fare molto meglio) e proseguiamo verso Siracusa, in particolare verso Ortigia, l'isola in cui è racchiuso tutto il centro storico. Se arrivate in macchina, a Ortigia avrete un solo problema: il parcheggio. I posti nelle viuzze del centro storico sono pochi e tutti riservati ai residenti, per cui tocca lasciare necessariamente l'auto al parcheggio Talete vicino al ponte all'ingresso di Ortigia, dove il prezzo è tutt'altro che economico (15 € al giorno). Noi tra l'altro ci siamo pure presi una multa grazie al simpatico nipotino della padrona del nostro B&B, che ci ha detto che al Talete ci avrebbero preso la targa con la telecamera e che avremmo pagato alla fine inserendo la targa nella macchinetta. Niente di più falso, si paga in anticipo come in tutti i parcheggi normali, con buona pace del pargolo (per fortuna la multa era poco più cara del parcheggio stesso).

Il Duomo di Ortigia
Il Duomo di Ortigia

Tornando ad aspetti meno pragmatici, Ortigia è veramente bella e ben tenuta, quasi in contrasto con tante aree della zona che sono invece molto lasciate a se stesse. Oltre alla piazza del Duomo, abbiamo apprezzato molto il quartiere della Giudecca, dove abbiamo preso una spettacolare granita alla mandorla in un bar e assistito (per 9 € a persona) ad uno spettacolo al Teatro dei Pupi (le marionette tipiche siciliane). Alla lunga un po' ripetitivo, ma sicuramente un'esperienza autentica e unica nel suo genere.

La nostra prima mezza giornata ad Ortigia si conclude con un'ottima cena alla Taverna Giudecca (in via della Giudecca, appunto) e con una raviola al forno (dolce alla ricotta) al bar del Duomo.


Giorno 5: Ortigia - Noto - Avola

Dopo una mattina trascorsa tra le vie di Ortigia, da Piazza Archimede al Castello Maniace, pranziamo alla "Putia delle Cose Buone" (dove le cose sono effettivamente buone, oltre che economiche) e riprendiamo possesso della nostra triste Opel Carl (multata) per proseguire nel nostro viaggio on the road. Dopo un'ora scarsa di tragitto arriviamo a Noto, esempio illustre del barocco siciliano. La cittadina è davvero carina e ben tenuta, ma di fatto bastano poche ore per visitarla: tutti i punti di interesse sono concentrati nella via principale (corso Vittorio Emanuele) e nelle viette circostanti. Oltre alla Cattedrale, meritano una visita la vicina via Nicolaci, dove è ospitato il palazzo omonimo. Questo palazzo, super barocco e originale, nel cortile interno ha una rampa che il proprietario (completamente pazzo) fece costruire per poter arrivare a cavallo in camera sua, situata al primo piano.

La Cattedrale di Noto
La Cattedrale di Noto

Concludiamo la visita di Noto con un'ottima granita con brioche al Caffè Sicilia, prima di ripartire in direzione di Avola dove avevamo prenotato il B&B successivo. La scelta dell'alloggio non è stata molto fortunata, non per il B&B in sè, ma perchè Avola è veramente bruttina e non offre nulla di interessante. Nessun motivo per passarci, a parte un ottimo paninaro in piazza Umberto I e qualche usanza originale, tipo i vigili che fischiano prima di fare le multe per avvertire nel caso qualcuno sia al bar e voglia spostare la macchina. Sicuramente il paese è in posizione strategica per visitare la zona.


Giorno 6: Calamosche - Vendicari - Marzamemi

Salutiamo senza rimpianti Avola, con in programma una giornata prevalentemente di mare. Ci dirigiamo nella riserva naturale di Vendicari, e dopo una mezz'ora di auto e un tratto di sterrato dove mettiamo a repentaglio il nostro catorcio, arriviamo nel parcheggio di Calamosche. Dal parcheggio, la spiaggia è raggiungibile tramite 15-20 minuti di tranquilla passeggiata in piano. La spiaggia è veramente bellissima, ma occhio a procurarvi in anticipo acqua e cibo (se volete fermarvi tutto il giorno) perchè l'unico bar/ristorante è di fianco al parcheggio stesso.

Spiaggia di Calamosche
Spiaggia di Calamosche

Dopo la mattinata a Calamosche, decidiamo di pranzare nel ristorante di fianco al parcheggio: buono, economico e con porzioni abbondanti. In altri posti avrebbero sfruttato il monopolio per spremere i turisti, apprezzabile l'onestà. Unico difetto la presenza davvero fastidiosa di mosche, anche se, a dispetto di quanto chiunque penserebbe, pare che il nome della spiaggia non c'entri nulla con gli insetti.

Al pomeriggio ci trasferiamo nella vicina e bellissima spiaggia di Vendicari, che dà il nome alla riserva naturale, fiancheggiata da un'antica tonnara ormai in disuso. Verso sera ci spostiamo a Marzamemi, borgo di pescatori ormai famosissimo per la sua piazzetta.

La piazzetta di Marzamemi
La piazzetta di Marzamemi

Oltre la piazzetta effettivamente non c'è quasi nulla, ma è un luogo veramente piacevole per trascorrere qualche ora nei tavolini all'aperto di uno dei bar della piazza. Avevo letto recensioni che li dipingevano come cari e qualitativamente scadenti, ma smentisco entrambe le cose: il bar Liccamuciula è molto carino sia per un aperitivo sia per una cena a base di tapas di pesce, buone e abbondanti a un prezzo onesto.

Dormiamo in un B&B poco fuori Marzamemi, carino e ben tenuto ma immerso nella desolazione più totale.


Giorno 7: Isola delle Correnti - Modica - Ragusa

L'ultima tappa al mare del nostro viaggio è all'Isola delle Correnti, il punto più a sud d'Italia (escluse ovviamente Lampedusa, Linosa e Pantelleria) dove si incontrano il Mar Ionio e il Mediterraneo, come ricorda la statua di Cristo posta sul capo.

L'Isola delle Correnti
L'Isola delle Correnti

Di fronte alla spiaggia, bella e sempre ventosa, c'è un isolotto raggiungibile a piedi/nuoto a seconda della marea.

Salutiamo quindi il mare ed il bel tempo, che rivedremo raramente nei giorni successivi, e ci dirigiamo in direzione di Ragusa. Ci fermiamo a pranzo lungo la strada, a Modica, dove ne approfittiamo per salire la scalinata che porta al duomo e che offre un bellissimo scorcio a chi arriva dal basso. Riusciamo per pochi secondi a scampare al temporale, rifugiandoci prima a mangiare e poi all'interno dell'antica cioccolateria Bonajuto. Qui per 8 € a persona è possibile visitare il laboratorio dove producono il famoso cioccolato di Modica, con tanto di assaggi di cioccolato nelle varie fasi della sua lavorazione. Se passate da queste parti, è una buona opzione per un pomeriggio piovoso.

Nel tardo pomeriggio arriviamo a Ragusa, dove abbiamo giusto il tempo di prendere possesso del nostro B&B in piena Ragusa Ibla e di cercare un posto per cenare.


Giorno 8: Ragusa - Castello di Donnafugata - Piazza Armerina

Mattina dedicata a visitare Ragusa Ibla, molto caratteristica ma abbastanza piccola da poter essere vista in mezza giornata. Oltre al duomo, ennesimo bellissimo esempio di barocco siciliano, la cosa che mi è piaciuta di più è la vista dalla chiesa di Santa Maria alle Scale (in cima appunto ad una scalinata), da cui si vede Ibla per intero.

Vista di Ragusa Ibla da Santa Maria alle Scale
Vista di Ragusa Ibla da Santa Maria alle Scale

Qui abbiamo assistito anche ad un matrimonio pacchiano con carrozza e cavalli, molto siculo. Se passando di fianco al duomo sentite un rumore molesto, non vi preoccupate, non è un allarme malfunzionante, ma un dissuasore per i piccioni, che rischia però alla lunga di dissuadere anche gli esseri umani dal trattenersi a lungo in zona.

Nel primo pomeriggio ci dirigiamo verso il vicino castello di Donnafugata, che merita assolutamente una visita per le sue stanze riccamente decorate e il divertente labirinto che si trova nel parco adiacente, dove com'è giusto che sia siamo finiti per perderci. L'accesso al castello costa 6 € a persona, ed è una visita che consiglio a chi passa da queste parti.

Proseguiamo quindi il nostro viaggio verso Piazza Armerina, percorrendo una lunga e piovosa strada dove l'auto più lenta va al doppio del limite di velocità. Abbiamo anche l'imperdibile opportunità di passare da Gela, posto davvero aberrante. A 5 minuti da Piazza Armerina, immerso nella natura, ci attende il penultimo dei nostri numerosi B&B, "La Quercia e l'Asino". E' una soluzione che consiglio a chiunque passi da queste parti, nonostante i plurimi guai giudiziari del suo socievole proprietario. Molto carine le sue bambine e simpatico anche l'asino.

Trascorriamo il sabato sera nella movida piazzese del pub Highlander, perlopiù popolato di diciottenni, dove consumiamo un poco siculo hamburger e ci guardiamo un ancor meno siculo derby di Milano.


Giorno 9: Villa del Casale - Piazza Armerina - Caltagirone - Catania (aeroporto)

La mattina del nostro ultimo giorno in Sicilia è dedicata alla visita della Villa Romana del Casale, principale (se non unica) attrazione di Piazza Armerina. L'antica villa, patrimonio dell'Unesco, è molto ben conservata e i suoi pavimenti sono interamente decorati da mosaici. Alcuni sono veramente bellissimi (altro che quello di Madaba in Giordania) e la visita vale assolutamente i 10 € del biglietto d'ingresso. Non fatevi fregare da chi si offre di farvi da guida: il percorso nella villa è praticamente guidato, e per ogni mosaico ci sono delle descrizioni scritte assolutamente esaustive.

Uno dei tanti mosaici della Villa del Casale
Uno dei tanti mosaici della Villa del Casale

Decidiamo di pranzare a Piazza Armerina per vedere il centro del paese, ma c'è veramente poco da vedere, nemmeno un'area pedonale in cui passeggiare e non un'anima viva in giro. Peccato perchè è un paese medievale e avrebbe anche delle potenzialità, ma vengono sfruttate molto male. In compenso un suo abitante ci delizia con una perla di inciviltà: partenza cafona in salita sgasando con una Panda degli anni '80 Euro 0, musica neomelodica a palla e bottiglietta di plastica lanciata fuori dal finestrino in corsa. Purtroppo lo specchio di un aspetto della Sicilia che abbiamo riscontrato più volte: natura, arte, storia e tradizione culinaria vanno spesso a braccetto con una forte carenza di senso civico e con la totale incapacità di valorizzare il proprio patrimonio. Davvero un peccato.

Il viaggio vero e proprio è finito, e ci dirigiamo verso l'aeroporto di Catania per riconsegnare l'auto: l'indomani di prima mattina ci attende il volo di rientro. Lungo il tragitto, però, ci concediamo un'ultima sosta a Caltagirone, per ammirare la famosissima scalinata. Oltre a quella c'è veramente poco, ma è sicuramente una tappa piacevole per trascorrere qualche ora se si passa da quelle parti.

La scalinata di Caltagirone
La scalinata di Caltagirone

Arrivati nel nostro triste B&B a poche centinaia di metri dall'aeroporto, riconsegnamo la macchina, faticando molto per trovare un benzinaio, abbastanza assurdo considerati i mille noleggi auto in zona. Ultima cena in camera con pizza d'asporto, visto che in zona non c'è niente e ormai eravamo senza macchina.


Giorno 10: Catania - Milano

Ci svegliamo prima dell'alba e raggiungiamo l'aeroporto a piedi dal B&B, per imbarcarci su un volo-poveri Alitalia delle 6 del mattino. In ritardo e tra mille scomodità (gambe più strette che sui Ryanair) rientriamo a Milano, dove ci attende un lungo lunedì di lavoro. E, tanto per rendere più dolce il rientro, una bella multa per sosta vietata.


Considerazioni finali

Quello che mi rimane della Sicilia, almeno della parte visitata in questo viaggio, è l'impressione di un enorme potenziale spesso sfruttato male per mancanza di risorse e di educazione civica. Non è però quel fascino un po' decadente dei paesi del sud Europa dove il tempo si è fermato a 50 anni fa, ma una sensazione diffusa di incuria e di spreco che risulta ancora più fastidiosa per il contrasto con le bellezze che il territorio offre. E non si tratta nemmeno del milanese bauscia che va al Sud e critica tutto, perché questa impressione ad esempio non l'ho avuta affatto né in Puglia né nel Cilento, in Campania.

Fatta questa doverosa premessa, il bilancio del mio viaggio è assolutamente positivo, ed è un itinerario che consiglierò a chiunque mi chieda un parere, perché la bellezza e la varietà dei luoghi visitati superano gli aspetti negativi e rendono godibile, soprattutto fuori stagione, questa parte della Sicilia.


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