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  • Immagine del redattoreFilippo P.

Norvegia, da Capo Nord alle Isole Lofoten

L'estate 2021, così come quella del 2020, è stata caratterizzata dalle restrizioni ai viaggi dovute alla pandemia, che mi hanno impedito di viaggiare fuori dall'Europa come avrei voluto. Così, anche questa volta, mi sono dovuto "accontentare" di andare alla scoperta della parte settentrionale del Vecchio Continente: dopo l'Islanda nel 2020, è arrivato il turno della Norvegia. Quale posto si può trovare, in Europa, più remoto di Capo Nord?

Nordkapp (Capo Nord)
Nordkapp (Capo Nord)

Faccio una premessa: l'itinerario che descriverò in questo articolo non è stato studiato ed organizzato da me, ho preso parte ad un viaggio di gruppo di Avventure nel Mondo. Trovandomi improvvisamente (per motivi lavorativi) a non poter viaggiare come al solito in coppia, ho deciso di buttarmi in questa esperienza per me nuova - e che consiglio a tutti.


Tuttavia, avendo vissuto in prima persona questa esperienza, mi sento di poter dare alcuni suggerimenti su cosa vedere e soprattutto su come migliorare un itinerario che, a mio avviso, poteva essere strutturato meglio. Ma andiamo con ordine, e partiamo dal racconto dei miei 9 giorni in Norvegia, tra Capo Nord e le Isole Lofoten.


Itinerario giorno per giorno


Giorno 0: Da Milano a Oslo

Complice un piano voli non proprio ottimale, ci siamo trovati a dover spezzare il viaggio in due giorni. Il mio volo da Milano è arrivato in tarda serata ad Oslo, dove tutto il gruppo (partito da varie zone d'Italia) si è riunito. Abbiamo quindi dovuto trascorrere la prima notte vicino all'aeroporto di Oslo.


Giorno1: Da Tromsø ad Alta Km percorsi: 295

Sveglia al mattino presto: ci attende il volo per Tromsø. Dopo un non brevissimo iter per il ritiro delle nostre auto (il noleggio aveva orari siciliani più che norvegesi), ci concediamo il primo assaggio di Norvegia salendo con la funivia di Fjellheisen in cima all'omonima collina (ca 420 m di altezza), da cui si gode di una bellissima vista sul fiordo e sulla città. Il prezzo è tutt'altro che modico (circa 26 € a/r, 17 € per la sola salita, scendendo quindi a piedi), per cui a mio avviso vale la pena solo se la giornata è limpida, cosa tutt'altro che scontata.

Sulla strada per Alta
Sulla strada per Alta

Inizia così l'on-the-road: la prima meta è Alta, sulla strada per Capo Nord. Sono appena 300 km di strada, ma facciamo subito i conti con uno degli aspetti più snervanti delle strade norvegesi: i limiti di velocità. Nella maggior parte delle strade, il limite è di 60 km/h, e a quanto pare le infrazioni sono punite severamente, quindi conviene rispettare i limiti. Questo significa che per fare 300 km ci vogliono circa 6 ore, intervallate da due brevi e molto pittoresche tratte in traghetto.


C'è però un grosso vantaggio che compensa la fatica delle tante ore di guida: i paesaggi che si attraversano sono davvero un piacere per gli occhi, soprattutto per chi si trova in Norvegia per la prima volta. Le 6 ore si viaggio scorrono così via in maniera piuttosto indolore.


Giorno 2: L'arrivo a Capo Nord Km percorsi: 410

Il secondo giorno ci attende un tratto di strada piuttosto lungo, più di 400 km, per giungere a Capo Nord (Nordkapp in norvegese). In realtà la distanza da Alta sarebbe molto minore (circa 240 km), ma di prima mattina facciamo una lunga deviazione per andare a Jøkelfjord ed effettuare una breve gita su un gommone nel fiordo omonimo, fino ad arrivare a quel che resta di ciò che un tempo doveva essere un maestoso ghiacciaio. Oggi si intravede solamente una piccola lingua di ghiaccio che tramite una cascatella finisce in mare. Tappa assolutamente perdibile, soprattutto perché siamo dovuti tornare indietro un pezzo, allungando di 2 ore e mezza il già non breve tragitto.

Attraversamenti pedonali lungo la strada per Capo Nord
Attraversamenti pedonali lungo la strada per Capo Nord

Dopo alcune lunghe ore di guida, anche oggi accompagnate da paesaggi stupendi e da numerosi incontri con renne che ci attraversavano la strada, giungiamo nel villaggio di pescatori di Kamøyvær, che è davvero da cartolina.

Il porticciolo di Kamøyvær
Il porticciolo di Kamøyvær

Una piacevole sosta per sgranchirci le gambe e fare qualche bella foto. Poco dopo ci concediamo un breve trekking a Kirkeporten, dove in pochi minuti di semplice camminata (davvero alla portata di tutti) si giunge ad un arco naturale di roccia.


Ormai siamo quasi giunti a destinazione: in poco più di 20 minuti arriviamo alla tanto agognata Nordkapp, dove in realtà non c'è niente di così incredibile: un'alta scogliera con una scultura metallica che raffigura il globo terrestre, e mare a perdita d'occhio.

Il globo simbolo di Capo Nord
Il globo simbolo di Capo Nord

Per accedere al visitor center (unico posto in cui comprare qualcosa da bere per rifocillarsi dal freddo) bisogna pagare un biglietto piuttosto caro, per cui la nostra visita a Capo Nord è durata appena una mezz'oretta. La foschia è quasi onnipresente, per cui difficilmente ci si riesce a godere grandi tramonti o viste particolari. Il valore di giungere qui è puramente simbolico. Il vero motivo per venire qui non è Capo Nord in sè, ma è la strada per arrivarci.


Anche la nostra nottata vicino a Capo Nord non è delle migliori, complice un alloggio (l'unico del viaggio per la verità) non proprio confortevole. Se volete dormire nei pressi di Nordkapp, evitate il Midnattsol Camping e puntate invece sul vicino Nordkapp Caravan & Camping, decisamente migliore. La scelta è piuttosto limitata.


Giorno 3: Il lungo viaggio verso sud

Km percorsi: 675

Lunghissima giornata di trasferimento (circa 10 ore) per arrivare fino a Tennevoll, alle porte delle Isole Lofoten. Tappa tecnica senza particolari motivi di interesse, per lunghi tratti replica al contrario delle strada effettuata nei giorni precedenti, accompagnati per di più da una pioggerella costante.

Unico piacere della giornata la colazione nell'accogliente bakery Honni Bakes a Honningsvåg, ad una mezz'oretta da Capo Nord.


Sicuramente la parte più rivedibile dell'itinerario: 10 ore di guida a 60 km/h metterebbero a dura prova anche i guidatori più incalliti.


Giorno 4: Finalmente Lofoten! Km percorsi: 215

Dopo tre giorni di guida intensiva, finalmente si rallenta il ritmo. La mattina lasciamo Tennevoll e ci dirigiamo per prima cosa al vicino Polar Park, venduto come un grande parco pieno di animali nel loro habitat, mentre invece si tratta sostanzialmente di uno zoo con recinti un po' più grandi del solito.

Un orso in cattività al Polar Park
Un orso in cattività al Polar Park

Che per un bue muschiato possono anche andare bene, ma per orsi, linci e volpi artiche assomigliano molto ad una prigione. Vedere questi animali in cattività mi ha messo onestamente solo tristezza, nulla a che vedere con l'emozione di incontrare, nella strada verso Capo Nord, le renne selvatiche lungo la strada. Tappa che non consiglio, tanto più che, come tutto in Norvegia, non è a buon mercato.


Riprendiamo la strada verso le ormai agognate Lofoten, facendo tappa nella cittadina di Narvik. Niente di eccezionale, ma può rappresentare una piacevole sosta lungo la strada e offre alcuni ottimi ristoranti di pesce, dove gustare prelibatezze locali come l'hamburger di balena. La città, che si raggiunge tramite un bellissimo ponte, ospita anche un interessante Museo della Guerra, dedicato alla battaglia di Narvik contro i nazisti nel 1940.

Paesaggi lungo la strada per le Lofoten
Paesaggi lungo la strada per le Lofoten

Ancora un paio d'ore di guida e finalmente giungiamo nel territorio delle Isole Lofoten: inizia la seconda parte del viaggio, a mio avviso la più bella.


Giorno 5: Lofoten, parte I

Km percorsi: 220

Giunti alle Lofoten anche il clima ci sorride, e in una bellissima mattinata di sole raggiungiamo Henningsvaer, detta anche "La Venezia delle Lofoten" perchè costruita su un arcipelago di minuscole isolette, ed attraversata da alcuni canali.

Henningsvaer, la "Venezia delle Lofoten"
Henningsvaer, la "Venezia delle Lofoten"

Per la verità con Venezia c'entra poco, ma il paese è davvero carino e possiede uno dei campi da calcio più fotografati al mondo.

Dopo un ottimo pranzo a base di bruschettoni al salmone, ci dirigiamo verso la sorprendente spiaggia di Rambergstranda, che con una decina di gradi in più avrebbe poco da invidiare a tante spiagge del mediterraneo. Io e un ragazzo del mio gruppo abbiamo fatto anche il bagno, se così si può definire tuffarsi in acqua correndo e dopo un secondo correre fuori urlando per il freddo.

La spiaggia di Rambergstranda
La spiaggia di Rambergstranda

Dopo una breve visita al paesino di Fredvang (niente di imperdibile), raggiungiamo il nostro alloggio per le due notti successive, sicuramente il più fascinoso del viaggio. Dormiamo infatti nelle palafitte del villaggio di Hamnøy, il cui nome probabilmente non vi dirà nulla, ma che sicuramente avrete visto in foto diverse volte, visto che si tratta della copertina della Lonely Planet della Norvegia.



Giorno 6: Lofoten, parte II Km percorsi: 110

Facendo base ad Hamnøy, esploriamo l'arcipelago ed i suoi paesini costellati delle tipiche casette rosse, a cui tutti pensiamo quando sentiamo nominare le isole Lofoten.

Le nostre "rorbuer" ad Hamnøy
Le nostre "rorbuer" ad Hamnøy

Ma prima di iniziare con le casette rosse, ci avventuriamo nel primo dei due trekking impegnativi del viaggio, quello che porta in cima al promontorio di Ryten.

Perfettamente a mio agio a Ryten
Perfettamente a mio agio a Ryten

La salita dura meno di due ore, ma è abbastanza faticosa per chi non è allenato: la vista dall'alto sulla spiaggia di Kvalvika ripaga però pienamente dello sforzo.

I più temerari si fanno la foto appesi allo sperone di roccia a picco sul mare (con l'inquadratura giusta sembra che si sia sospesi nel vuoto). Non è il mio caso: la foto a fianco mostra fino a che punto le mie vertigini e il buon senso mi hanno consigliato di spingermi.


Il paese di Å
Il paese di Å

Stanchi per il trekking, ci portiamo per pranzo nel vicino paese di Nusfjord, dove consiglio una sosta per rifocillarsi alla caratteristica Hansines Bakeri, quindi ci rimettiamo in marcia verso sud per raggiungere il villaggio più meridionale delle Lofoten, nonché il paese con nome più corto del mondo: Å.


Anche qui casette rosse a volontà, con alcuni scorci davvero fotogenici. Rientrando, passiamo dal villaggio di Reine, prima di rientrare ad Hamnøy. A Reine è possibile effettuare diverse attività, come noleggiare un kayak e fare un giro nella baia, ma sono tutte estremamente care, per cui decidiamo di soprassedere.


Giorno 7: Lofoten, parte III

Km percorsi: 125

La mattina del nostro ultimo giorno alle Lofoten è dedicata ad un altro trekking, questa volta ancora più impegnativo: la salita di Reinebringen. Non si tratta di un trekking vero e proprio, ma di una scalinata infinita e massacrante di 1600 gradini che in circa un'ora (salvo sacrosante pause) porta dal livello del mare a circa 500 m di altezza. Praticamente è come salire per le scale all'osservatorio del Burj Khalifa a Dubai. Arrivati in cima c'era foschia, quindi inizialmente ha prevalso lo sconforto per aver fatto una fatica inutile, poi però il cielo si è aperto e ci siamo resi conto che la tortura non era stata vana: la vista sull'arcipelago e sul paese di Reine è davvero impagabile.

La vista dall'alto dopo la scalinata infinita di Reinbringen
La vista dall'alto dopo la scalinata infinita di Reinbringen
Il mio gruppo al rientro dalla battuta di pesca a Svolvaer
Il mio gruppo al rientro dalla battuta di pesca a Svolvaer

Una volta terminata la discesa (anche questa non troppo piacevole), partiamo in direzione Svolvær, dove una parte del gruppo si dedica ad una lunga (e costosissima) battuta di pesca, mentre gli altri - tra cui io - si godono un ottimo (e anch'esso costosissimo) pranzo al ristorante Bacalao, seguito da un pomeriggio di cazzeggio nel paese, che per la verità non ha molto da offrire.

Il lato positivo è che il pesce pescato dagli altri è diventato la nostra cena. Dormiamo a Svolvaer, il giorno dopo ci attende la lunga traversata per Tromsø.


Giorno 8: Rientro a Tromsø

Km percorsi: 420

Il viaggio vero e proprio è finito, ma prima di rientrare a Tromsø ci concediamo l'ultima escursione: partiamo in barca da Svolvaer per vedere le aquile di mare e raggiungere il fiordo di Trollfjord.

Un'aquila di mare vicino a Trollfjord
Un'aquila di mare vicino a Trollfjord

Un'esperienza da fare, sicuramente la più bella delle attività previste in questo viaggio, anche se come sempre il prezzo è piuttosto elevato (circa 75 € a persona). Noi ci siamo affidati a Go2Lofoten per l'escursione (così come per l'uscita di pesca il giorno precedente) e siamo rimasti soddisfatti.


Non ci resta che il rientro a Tromsø, come sempre ad una media inferiore ai 60 km/h, quindi anche in questo caso con tempistiche piuttosto dilatate.

Arriviamo a destinazione in serata, giusto in tempo per la cena di arrivederci. Ci saremmo goduti volentieri una serata a Tromsø, ma il pensiero del volo alle 6 del mattino successive ci ha fatto desistere.


Giorno 9: Si torna a Milano

Sveglia presto, riconsegna delle nostre auto a noleggio, e si parte dall'aeroporto di Tromsø per tornare a casa. Il nostro viaggio in Norvegia è terminato.


Cosa cambierei dell'itinerario

Come premesso all'inizio dell'articolo, per questo viaggio non sono stato organizzatore ma semplice gregario, ma questo non mi ha impedito di interrogarmi su come ottimizzare un itinerario che, seppur nel complesso riuscito, presenta indubbiamente dei difetti. E' innegabile che ci siano troppi giorni con 6 più ore di guida, che possono mettere a dura prova anche gli appassionati di viaggi on the road.


La modifica principale che farei all'itinerario riguarda gli aeroporti di arrivo e partenza: perché non sfruttare, ad esempio, l'aeroporto di Alta e quello di Svolvaer? I costi potrebbero alzarsi leggermente, e sarebbe necessario effettuare due noleggi auto anziché uno, ma si riuscirebbero a fare molte più cose nello stesso numero di giorni (o le stesse cose in meno giorni), ma soprattutto si eviterebbero giornate con 6 se non 10 ore di auto senza tappe significative in mezzo.


Di seguito provo quindi a riportare, in forma estremamente sintetica, quello che sarebbe per me l'itinerario ideale in 10 giorni:

  1. Volo dall'Italia per Alta con scalo ad Oslo (anche per Tromsø sarebbe necessario uno scalo, quindi non cambia nulla); noleggio auto n.1

  2. Da Alta a Capo Nord (circa 4 h di auto); sostanzialmente invariato rispetto al giorno 2 dell'itinerario originale, evitando per la deviazione a Jøkelfjord

  3. Da Capo Nord ad Alta (circa 4 h di auto); stessa strada al contrario; le tappe del giorno 2 possono essere divise tra andata e ritorno

  4. Riconsegna auto n.1 e volo diretto da Alta a Tromsø; noleggio auto n.2, rapida visita della città e partenza per Tennevoll (circa 3 h di auto)

  5. Vedi giorno 5 itinerario originale

  6. Vedi giorno 6 itinerario originale

  7. Vedi giorno 7 itinerario originale

  8. Riconsegna auto n.2 e volo diretto da Svolvaer a Bergen

  9. Giornata a Bergen

  10. Rientro in Italia con scalo ad Oslo

La scelta di Bergen è determinata dal fatto che da Svolvaer ci sono voli diretti solo per questa destinazione, ma ovviamente la parte finale del viaggio può essere personalizzata in base alle esigenze di giorni e di interessi, ad esempio prevedendo 1-2 giorni nella capitale, oppure rientrando direttamente in Italia.


Insomma, l'itinerario da me proposto, rispetto a quello originale, permette di risparmiare circa 17 h di auto, ottimizzando i tempi ed avendo la possibilità di aggiungere una tappa mantenendo invariata la durata del viaggio. La differenza di prezzo non sarebbe significativa, visto che i voli interni hanno prezzi relativamente contenuti, se prenotati con congruo anticipo.


Considerazioni finali

La Norvegia ha rispettato le mie aspettative, le Lofoten sono effettivamente la cartolina che ci si aspetta, e la strada verso Capo Nord rende sensato il viaggio, nonostante il capo in sé non sia niente di eccezionale.

Con qualche accorgimento anche i costi, sempre elevati nel Nord Europa, possono essere contenuti (vedi il mio articolo Quanto costa un viaggio in Norvegia fai-da-te).


Anche l'esperienza di gruppo è stata del tutto positiva, anche se, come detto, il fai-da-te permette di organizzare al meglio gli spostamenti in base ai propri interessi, oltre ovviamente a consentire un notevole risparmio.

Il gruppo al completo
Il gruppo al completo

Non credo di dovervi convincere che un viaggio in Norvegia sia assolutamente da fare, ma se proprio volete farvi venire l'acquolina vedendo un po' di foto del mio viaggio, vi rimando al sito di Roberto Cornacchia, uno dei miei compagni di avventura, le cui abilità fotografiche sono di gran lunga superiori alle mie: link qui.



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Potete trovare di seguito l'elenco dei miei altri articoli a tema Norvegia:


Vuoi una mano per organizzare un viaggio in Norvegia? Contattami nella sezione Viaggi su Misura!


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