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  • Immagine del redattoreFilippo P.

Mauritius, il mio itinerario di 12 giorni

Il mio viaggio di nozze: un'occasione più unica che rara per fare il viaggio che si è sempre sognato e che non si è mai fatto per motivi di budget o di tempo. Avremmo avuto l'imbarazzo della scelta, tra Africa, Australia, Sudamerica... ma ovviamente le restrizioni del governo italiano si sono messe di mezzo. Così, a due settimane dalla partenza non sapevamo ancora dove saremmo andati, e districandoci tra mille decreti ed escludendo i paesi dove il clima ad ottobre/novembre non è ottimale, abbiamo deciso un po' per caso: andiamo alle Mauritius!

La spiaggia di Trou Au Biches
La spiaggia di Trou Au Biches

Ammetto che fino a poco prima di partire non sapevo molto su questo paese, a cui spesso ci si riferisce al plurale trattandosi di un arcipelago, ma che in realtà si concentra quasi interamente nell'isola principale, che si chiama appunto Mauritius. L'unica altra isola abitata è Rodrigues, molto piccola e molto remota, per cui di fatto dire "vado alle Mauritius" o "vado a Mauritius" è equivalente.


Finito questo excursus, veniamo al dunque: siamo stati in questa isola 12 giorni pieni, avendo quindi modo di girarla in lungo ed in largo. In questo articolo proverò a raccontare la mia esperienza di viaggio a Mauritius, un'isola che si è rivelata molto diversa da quello che mi sarei aspettato.


PS: no, non metterò la solita citazione di Mark Twain che troverete su tutti i blog che parlano di Mauritius, anche perché sospetto che negli ultimi 130 anni l'isola sia un po' cambiata.



Giorni 1-4: il sud-ovest e Saint Aubin

Nei nostri piani c'era l'idea di dividere la vacanza esattamente a metà (6 giorni per parte) tra nord e sud dell'isola. Più avanti spiegherò perché invece abbiamo parzialmente cambiato i programmi. Sta di fatto che abbiamo trascorso le prime 4 notti all'Auberge de Saint Aubin, un semplice ma affascinante alberghetto costruito all'interno di una vecchia casa coloniale.

Atterrati all'aeroporto e ritirata la nostra auto, supero rapidamente il trauma della guida invertita, ma non altrettanto rapidamente la scarsità del Tom-Tom fornito insieme all'auto. Non troviamo Saint Aubin sul navigatore, e ovviamente non abbiamo acquistato sim locali quindi siamo senza connessione, non ci resta che andare a braccio. Così, senza bene capire come, sbagliamo strada più volte, finiamo in una via chiusa sotto gli sguardi malevoli di una gang di cani randagi, ci facciamo disegnare le indicazioni da una ragazza su un pizzino e diamo un passaggio ad una tizia che parlava solo slang franco-mauriziano. Ci mettiamo due ore e mezza anziché un'ora scarsa, ma alla fine, ormai col buio, giungiamo al nostro albergo un po' frastornati. E scopriamo che il wi-fi non funziona, quindi diventa indispensabile l'acquisto di una sim locale.

Scimmie nel Black River Gorges National Park
Scimmie nel Black River Gorges National Park

Il giorno dopo, come prima cosa, ci rechiamo nel vicino villaggio di Souillac per acquistare la salvifica sim, ed iniziamo a confrontarci con la povertà che caratterizza i villaggi del sud dell'isola. Completate le pratiche, ci dirigiamo verso Le Morne, dove lo scenario cambia completamente: resort di lusso con spiagge private, giardini e strade curate. Trascorriamo quel che resta della mattinata sulla bella spiaggia di Le Morne, ma il vento e il cielo coperto ci convincono a dedicarci ad attività alternative alla spiaggia.

Statue giganti nei pressi del Ganga Talao
Statue giganti nei pressi del Ganga Talao

Ci portiamo quindi a Chamarel, dove visitiamo la Terra dei 7 colori: mi aspettavo una cagata pazzesca dai commenti online, invece a noi il posto è piaciuto. Certo, non bisogna aspettarsi i colori super saturati delle foto che si trovano in giro, ma se si è in zona vale la pena farci un salto. Proseguiamo quindi verso il Black River Gorges National Park, dove gli appassionati di trekking posso sbizzarrirsi in lunghe camminate, mentre noi ci limitiamo ad osservare la valle dallo splendido viewpoint popolato da scimmie selvatiche.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo al Ganga Talao (aka Grand Bassin), lago sacro per gli induisti, dove sotto un cielo ormai grigio scuro ammiriamo statue giganti di divinità hindu e ascoltiamo affascinati i canti provenienti dal tempio. In un solo giorno abbiamo visto quattro facce diverse di Mauritius.


Tempio hindu a Curepipe
Tempio hindu a Curepipe

I due giorni successivi sono dedicati al mare, approfittando di un clima un po' più clemente (anche se non perfetto): un giorno torniamo a Le Morne, e l'altro giorno ci portiamo a Flic en Flac, una bella e comoda spiaggia a dispetto del nome che ricorda orologi per bambini anni '90. Tornando da Flic en Flac, facciamo una breve sosta nella città di Curepipe per vedere il cratere di Trou aux Cerfs (abbastanza insulso) e un bellissimo tempio induista, nello stile dell'India del sud quindi coloratissimo, dove un monaco ci spiega alcune curiosità e ci regala due kg di frutta. Non vale la pena fermarsi a Curepipe solo per questo: l'isola è disseminata di templi simili, quindi avrete sicuramente l'occasione di visitarne uno.


L'ultima sera all'Auberge de Saint Aubin la trascorriamo in piacevole compagnia: in camera troviamo dei simpatici topi, entrati da una fessura gigante (che non avevamo notato) nella porta che dava sulla veranda. E' vero, eravamo in mezzo alla campagna e non erano certo delle pantegane, ma dopo aver blindato ogni fessura con le valigie, decidiamo comunque che quella sarebbe stata la nostra ultima notte lì.


Giorni 5-7: il sud-est

La mattina del quinto giorno, dopo aver inutilmente espresso le nostre rimostranze al titolare dell'Auberge, ci spostiamo all'Astroea Beach Hotel, nei pressi di Blue Bay: tutta un'altra storia (ma anche un altro prezzo).

L'ingresso della nostra camera all'Astroea Beach Hotel
L'ingresso della nostra camera all'Astroea Beach Hotel

Già dalla reception la vista del mare è pazzesca, e tra check in e pratiche varie concludiamo la mattinata nella spiaggia dell'hotel. Al pomeriggio facciamo una bella escursione guidata ad Ile Aux Aigrettes, una splendida riserva naturale dove è possibile trovare piante ed animali autoctoni, tra cui alcune tartarughe giganti ed il rarissimo piccione rosa. Attenzione: non è una gita in barca (anche se si tratta di un'isola), sono quasi due ore di camminata in mezzo alla vegetazione, per cui se possibile tenetela per una giornata non troppo calda e soleggiata.


Il giorno successivo lo trascorriamo a Blue Bay. Neanche il tempo di mettere piede sulla spiaggia e veniamo catturati da un tizio che ci vende una gita in barca all'isolotto di fronte (Ile Des Deux Cocos) con una tappa per fare snorkeling. Poco male, visto che era una gita che comunque volevamo fare. L'isolotto appartiene interamente ad un resort, ma la parte di spiaggia ad accesso libero è molto bella. La tappa snorkeling è assolutamente da fare, si viene circondati da migliaia di pesci tropicali. Certo, dalla barca gettano del cibo ai pesci per farli venire vicini, non è troppo spontanea come cosa, però è ugualmente una bella emozione.

Snorkeling a Blue Bay
Snorkeling a Blue Bay

Concludiamo così l'esplorazione del sud dell'isola: il settimo giorno ci trasferiamo al nord. Prima, però, non ci facciamo mancare una tappa all'efficientissimo ospedale di Curepipe, per una piccola emergenza medica, fortunatamente conclusasi in un nulla di fatto. Dopo due ore scarse di strada (contando anche la deviazione a Curepipe) giungiamo al nostro hotel nella zona di Poste de Flacq. A posteriori, non consiglio di alloggiare qui, ma nei pressi di Grand Baie, perchè la maggior parte delle cose più interessanti del nord si trova proprio nei pressi di Grand Baie.


Giorni 8-12: il nord

Iniziamo la nostra esplorazione del nord dalla spiaggia di Belle Mare, a pochi minuti di auto dal nostro hotel. Il contesto è piacevole, con un'ampia pineta che finisce proprio a ridosso del mare. La spiaggia in sé però è piccolissima e l'acqua non è molto pulita, quindi direi che questa tappa si può anche saltare, così come la vicina Palmar che è pressoché identica.


Il giorno successivo facciamo un'escursione in barca a Ile Aux Cerfs, partendo dal paesino di Trou d'Eau Douce. La gita è bella e merita di essere fatta, però onestamente ci aspettavamo qualcosa di più incredibile visto quanto viene sponsorizzata (anche nei vari blog online). Trou d'Eau Douce si trova ad un'oretta di auto da Blue Bay, quindi in realtà questa escursione si può prevedere anche alloggiando lì.

In barca verso Ile Aux Cerfs
In barca verso Ile Aux Cerfs

Il giorno 10 ci portiamo nei pressi di Grand Baie, nella spiaggia di Pereybere, molto carina. Ci facciamo abbindolare da un vecchio che ci propone una gita in barca per fare snorkeling con le tartarughe, ad un prezzo anche abbastanza elevato per gli standard dell'isola, chiamando a testimonianza della qualità del tour un turista inglese che si trovava sulla spiaggia. Stupidamente cediamo alle sue insistenze, e ci ritroviamo a fare un'ora di barca ad andare ed altrettanto a tornare (con mare un po' mosso) per fare un bagno di 10 minuti con due tartarughe assediati da altri turisti con pinne e maschera.

La spiaggia di Trou Au Biches
La spiaggia di Trou Au Biches

Tra l'altro, tutto il tragitto siamo stati accompagnati dalla tosse del vecchio, che sembrava in procinto di lasciarci le penne, e in tempo di Covid è stato doppiamente spiacevole. Tra l'altro lo stesso tour si può fare comodamente da Trou aux Biches, la spiaggia di fronte al punto di snorkeling, facendo 5 minuti di barca e spendendo molto meno. Consiglio di puntare su orari poco affollati, altrimenti dovrete sgomitare con gli altri bagnanti per avvicinarvi alle tartarughe.


Il giorno successivo, ultimo di mare, decidiamo di trascorrerlo proprio a Trou aux Biches, una delle spiagge più belle dell'isola. Lungo il tragitto facciamo una tappa a Cap Malheureux, che significa "Capo Sfortunato", ma che in realtà offre un panorama davvero bellissimo. Sullo sfondo della chiesa di Notre Dame Auxiliatrice, bianca col tetto rosso, si staglia l'azzurro del mare. Se vi trovate da queste parti all'ora di pranzo, consiglio una sosta al chioschetto azzurro a destra della chiesa.

Lo stagno delle ninfee a Pamplemousses
Lo stagno delle ninfee a Pamplemousses

L'ultimo giorno ci attende un volo per Dubai in tarda serata, per cui decidiamo di affrontare alcune tappe nell'interno prima di raggiungere l'aeroporto. La mattina visitiamo quindi il bel giardino botanico di Pamplemousses, il cui pezzo forte è sicuramente la grande vasca delle ninfee, ma che nel suo complesso è piacevole da girare. Per pranzo ci portiamo nella capitale Port Louis, sperando di pranzare al mercato centrale che avevamo letto essere caratteristico. Il caos totale della città però ci fa desistere, e finiamo per pranzare tardi in un anonimo centro commerciale appena fuori dalla capitale. Abbandoniamo le velleità di sfruttare la giornata e ci dirigiamo a Mahebourg, dove avevamo prenotato una stanza per pochi euro dove riposare qualche ora in vista del viaggio in notturna. Salutiamo così Mauritius, il nostro viaggio prosegue negli Emirati.


Conclusioni


Il mio viaggio a Mauritius è stato molto diverso da come me lo aspettavo, complice il fatto che la destinazione è stata scelta un po' a sensazione all'ultimo minuto, senza pianificare a dovere. E' sicuramente un paese interessante, che abbina mare, bellezze naturali e una cultura molto particolare, data da una popolazione etnicamente molto variegata, con influenze indiane, creole e francesi. La parte sud, ad eccezione del promontorio di Le Morne, è sicuramente quella più autentica, dove le strade passano in mezzo a villaggi a volte estremamente poveri e a sterminate piantagioni di canna da zucchero, e dove la natura è più protagonista. La parte nord è quella con le spiagge più belle e i grandi resort, quindi più curata ma in qualche modo più finta.

Notre Dame Auxiliatrice a Cap Malheureux
Notre Dame Auxiliatrice a Cap Malheureux

Il mare è molto bello, ma a mio avviso neanche lontanamente paragonabile a luoghi come le Maldive, per cui se quello che cercate è la vacanza invernale al mare senza una nuvola ci sono destinazioni migliori.

Se invece partirete con le giuste aspettative, pensando di abbinare la vita da spiaggia a visite culturali ed escursioni nella natura, allora troverete un paese molto vario e interessante, tutto da scoprire. L'importante è non fare l'errore di chiudervi in un resort: non avreste visto la vera Mauritius e non avreste nemmeno goduto del miglior mare del mondo.


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