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  • Immagine del redattoreFilippo P.

Giappone, il mio itinerario di 10 giorni

Aggiornamento: 17 gen 2022

Dieci giorni tra le due città più importanti del Giappone, Tokyo e Kyoto, tra modernità e storia.


Una delle mete in cima alla nostra (lunga) lista era da tempo il Giappone. Così, quando il calendario del 2019 ci ha offerto Pasqua, 25 aprile e 1 maggio a distanza ravvicinata, non abbiamo saputo resistere al richiamo del maxi-ponte e abbiamo prenotato i voli per Tokyo. Ignari peraltro del fatto che ci saremmo trovati in mezzo tra la Golden Week (settimana di festa nazionale giapponese) e l'incoronazione del nuovo imperatore Naruhito dopo 30 anni di regno di Akihito.

Il tempio Senso-ji a Tokyo
Il tempio Senso-ji a Tokyo

Sfruttando i giorni di festa, però, abbiamo potuto pianificare un viaggio di 10 giorni pieni, 12 se si considerano anche i viaggi di andata e ritorno. Abbiamo deciso di suddividere questi 10 giorni equamente tra la vecchia e la nuova capitale, Tokyo e Kyoto, usando le due città come base di partenza per svariate escursioni nei dintorni.


Questo viaggio mi ha permesso di sfatare quello che a mio avviso è un falso mito, ovvero che il Giappone è carissimo. Non sono d'accordo, quello che è davvero caro sono i trasporti (voli e treni), che nel nostro caso hanno rappresentato i due terzi della spesa complessiva. Tutto il resto (alloggi, cibo, divertimenti) con i dovuti accorgimenti è assolutamente alla portata di tutti.

Nello specifico, abbiamo speso 2000 € a persona per:

  • Voli A/R Milano-Tokyo Korean Air con scalo (breve) a Seul

  • Japan Rail Pass e biglietti vari di treni e metro

  • 11 notti in hotel in posizione semi-centrale a Tokyo e Kyoto

  • Colazioni, pranzi e cene per 12 giorni

  • Divertimenti, souvernir e extra di vario genere

Di seguito racconterò la nostra esperienza di viaggio, mischiando informazioni utili e note di colore senza badare troppo alla sintesi. Per questo motivo, prima di iniziare, ricapitolo le tappe del nostro viaggio (che mostro sulla mappa sottostante):

  • 6 notti a Tokyo con 3 giorni di visita della città e 2 escursioni a Nikko e Kamakura

  • 5 notti a Kyoto con 3 giorni di visita della città e 2 escursioni a Himeji e Nara


Itinerario giorno per giorno


Giorno 0: Milano - Tokyo

Le prime 24 ore sono dedicate interamente al viaggio di andata: la soluzione migliore che abbiamo trovato per rapporto durata/prezzo è stata con Korean Air, con partenza serale, scalo a Seul di circa 2 ore e arrivo a Tokyo la sera del giorno dopo. Nulla da segnalare, se non che Korean è un'ottima compagnia e che l'aeroporto di Seul è super confortevole e pulitissimo (incredibile la frequenza e la qualità dei bagni).

I controlli all'arrivo in Giappone sono molto rapidi e indolori - almeno nel nostro caso è stato così. Sul sito della Farnesina fanno molto terrorismo psicologico sul fatto di arrivare in Giappone con le tasche piene di contanti: nulla di vero, noi siamo entrati senza mezzo Yen e non ho visto nessuno ai controlli fare domande sui contanti.

Appena arrivati a Narita, la prima cosa da fare è procurarsi una Suica/Pasmo (tessera ricaricabile per i mezzi) e scambiare il voucher del Japan Rail Pass, oltre ovviamente a comprare i biglietti del Narita Express per raggiungere il centro di Tokyo.

Visto l'arrivo serale, il nostro primo assaggio di Tokyo consiste solamente nel prendere la metro dalla stazione centrale fino al nostro hotel, vicino ad Asakusa, dove ci attende una poco confortevole stanza con letti duri.


Giorno 1: Tokyo

Visto l'arrivo serale a Tokyo, il vero e proprio itinerario inizia la mattina seguente, che decidiamo di dedicare alla parte più storica di Tokyo, il quartiere di Asakusa (dove tra l'altro abbiamo scelto di alloggiare). Il quartiere gravita attorno al maestoso tempio Senso-ji, uno dei più importanti e visitati di tutto il Giappone, dove abbiamo subito modo di incontrare molte usanze e aspetti particolari che accomunano tutti i templi buddhisti giapponesi.


Un venditore di takoyaki ad Asakusa
Un venditore di takoyaki ad Asakusa

Dal tempio partono alcune vie costellate di bancarelle di vario genere ed è possibile provare ogni sorta di street food giapponese: takoyaki (polpette di polpo), tonkatsu (cotolette giapponesi), yakitori (spiedini), e anche diversi dolci come i mochi (buonissime palline gommose ripiene di crema di fagioli dolce).

Il nostro percorso prosegue a piedi verso il quartiere di Ueno, dove a farla da padrone è il parco, uno dei luoghi più affollati a Tokyo durante la fioritura dei ciliegi. Nel nostro caso, purtroppo, la fioritura era già terminata, ma è stato comunque piacevole fare un giro nel parco, ascoltare una soprano giapponese che cantava brani di opere e passeggiare lungo le sponde del laghetto, dove volendo è possibile noleggiare dei pedalò (alcuni dei quali a forma di fenicottero rosa).

Il quartiere di Akihabara a Tokyo
Il quartiere di Akihabara a Tokyo

Dal parco ci spingiamo verso sud in direzione di Akihabara, una delle zone più folli di Tokyo. Si tratta infatti del quartiere degli otaku (ovvero i nerd fissati in particolare con anime, manga e tecnologia vintage). Qui si trovano decine di negozi a tema, come Mister Potato: 4 angustissimi piani con scaffali traboccanti di tecnologia retrò, adatti ad un pubblico evidentemente poco avvezzo al ricambio d'aria. Personalmente, non essendo particolarmente interessato a questo mondo, ho trovato questo quartiere un po' inquietante e alienante, ma senza dubbio merita una visita per la sua particolarità. E' l'emblema di quella grossa fetta di giapponesi, soprattutto ragazzi, che non riescono a scindere la vita reale da manga e anime.

Usciti dal caos di Akihabara, decidiamo di concludere la giornata con un'esperienza tipica in un sento, una sorta di bagno pubblico/centro benessere tradizionale con una vasca termale di acqua bollente. L'esperienza si rivela ben poco rilassante a causa della divisione tra uomini e donne e della temperatura ustionante dell'acqua, che mi costringe ad una permanenza nella vasca inferiore ai 5 secondi, causando l'ilarità silenziosa della ventina di cinquantenni giapponesi nudi che assistevano alla scena (uno mi ha anche sfottuto in giapponese all'uscita).

Calata ormai la sera, concludiamo in bellezza il primo giorno salendo in cima allo Skytree, la torre panoramica di Tokyo. Si può salire a due livelli di altezza, il primo a 350 metri (con anche una piccola porzione di pavimento trasparente da cui si vede la strada sotto i propri piedi) e il secondo a 450 metri. Noi abbiamo optato per il livello più basso, alla non modica cifra di 2300 yen a persona (il livello più alto costa ancora di più e a mio avviso non aggiunge nulla all'esperienza).

Vista serale di Tokyo dallo Skytree
Vista serale di Tokyo dallo Skytree

Stanchi per la giornata, ceniamo direttamente nel centro commerciale alla base dello Skytree, per poi rientrare direttamente in albergo.


Giorno 2: Nikko (da Tokyo)

Il secondo giorno è interamente dedicato all'escursione a Nikko, a circa 2 ore di treno a nord di Tokyo. L'unico collegamento diretto è con la linea Tobu (non inclusa nel Japan Rail Pass), comoda ma piuttosto costosa, con partenza da Tobu-Asakusa ogni mezz'ora (alle .00 e .30 di ogni ora). Nikko merita sicuramente una visita per i suoi templi e santuari immersi nella natura, anche se i numerosi turisti rompono un po' la pace e la magia del luogo - problema peraltro condiviso da quasi tutti i luoghi di interesse in Giappone.

Shinkyo Bridge a Nikko
Shinkyo Bridge a Nikko

Una volta arrivati a Nikko, in 10 minuti a piedi (o in bus per i più pigri) si raggiunge il famoso Shinkyo Bridge, il ponte rosso che troneggia nella maggior parte delle foto di Nikko, per la verità molto fotogenico ma non particolarmente emozionante dal vivo. Da lì inizia il parco con tutti i templi e santuari, in particolare merita una visita il complesso del santuario shintoista Toshogu.

I Jizo di Kanmanga-fuchi, Nikko
I Jizo di Kanmanga-fuchi, Nikko

Da non perdere, anche se un po' più defilato, il cosiddetto Abisso Kanmanga-fuchi: nessun abisso o burrone a dispetto del nome, ma una bel sentiero lungo il fiume fiancheggiato da una lunghissima fila di Jizo (statuette buddhiste col cappellino rosso).

Rientriamo a Tokyo nel pomeriggio (occhio che l'ultimo treno diretto è verso le 17), in tempo per un'ottima cena di sushi ad Asakusa. In Giappone, contrariamente alle nostre aspettative, i ristoranti di sushi non sono così frequenti, e quasi tutti hanno il nastro che gira, da cui si possono prendere i vari con piattini (ogni piattino ha un colore a cui corrisponde un certo prezzo, così sai sempre quanto stai spendendo).


Giorno 3: Tokyo

Il focus del terzo giorno è sulla Tokyo più moderna e sfrenata: dopo una buonissima colazione in un posto molto carino vicino alla metro di Asakusa (vorrei consigliarlo ma non ricordo il nome, è ad un isolato più a nord di Starbucks), ci dirigiamo con la Ginza Line a Shibuya.

La statua di Hachiko con un ospite d'eccezione
La statua di Hachiko con un ospite d'eccezione

Appena usciti dalla metro ci imbattiamo nel famosissimo incrocio e nella statua di Hachiko (che per l'occasione ospitava tra le proprie zampe un gatto in carne ed ossa), per poi proseguire verso Dogenzaka, la collinetta dei Love Hotel (alberghi a ore molto diffusi in Giappone, che mettono a disposizione degli ospiti costumi da cosplay e anonimato totale). Proseguiamo a nord verso Shinjuku, passando per l'immenso parco e arrivando fino al Palazzo del Governo, dove è possibile salire gratuitamente e godere di una vista panormaica quasi a 360 gradi su tutta la città.

E' quindi il turno di Takeshita Street ad Harajuku, il quartiere dei divertimenti, probabilmente la parte più assurda della capitale: insegne sgargianti di mille colori, musiche varie che si fondono, folle di ragazzi e ragazze. Fiore all'occhiello di questa follia è il Robot Restaurant (che loro pronunciano Robotto Restaurant, con tanto di jingle in loop fuori dal locale), un ristorante dove al modico prezzo di 8000 yen a persona (cena esclusa) si può assistere ad un pirotecnico spettacolo di ragazze discinte e robot giganti. Nonostante ci incuriosisse, il prezzo era davvero esagerato, per cui non siamo entrati.

Il Robot Restaurant in Takeshita Street
Il Robot Restaurant in Takeshita Street

Lungo Takeshita Street è possibile trovare altri luoghi piuttosto alienanti, come alcuni sotterranei, molto in voga tra le ragazzine, gremiti di macchinette per farsi delle foto e ritoccarle in modo da rendere la propria inmagine il più possibile kawaii.

Dopo questo bagno di folla e follia, ci dirigiamo alla metro attraverso l'elegante e quasi europeo quartiere di Omotesando. Saturi di cultura pop giapponese, ci concediamo una molto più occidentale cena da MacDonald's prima di rientrare in albergo.


Giorno 4: Kamakura (da Tokyo)

Rispettando l'alternanza Tokyo-escursioni, il quarto giorno prevede la gita a Kamakura, altra meta piuttosto classica, a circa un'ora da Tokyo. La cittadina è raggiungibile con la linea JR Yokosuka (inclusa nel pass), con treni ogni 10 minuti da Tokyo Station, Shimbashi e Shinagawa. Arrivati a destinazione, conviene scendere a Kita-Kamakura (la prima delle due fermate della città) e iniziare l'itinerario a piedi che segue la ferrovia e permette di visitare numerosi templi - non tutti di particolare interesse a dire il vero. Si arriva quindi nella via principale della cittadina, affollata di ragazzi e di street food, che termina alla stazione principale di Kamakura. Da qui numerose linee di autobus permettono di arrivare all'attrazione principale, il Daibutsu (Grande Buddha), uno dei monumenti più iconici del Giappone. Per soli 20 yen è possibile entrare anche all'interno della statua per ammirarne le tecniche di costruzione.

Il Grande Buddha (Daibutsu) di Kamakura
Il Grande Buddha (Daibutsu) di Kamakura

Rientriamo a Tokyo nel pomeriggio - questa volta partendo dalla stazione principale - e ci concediamo una sosta in uno dei tanti Cat Cafè della città (in Giappone ne esistono anche le versioni con conigli, gufi ed altri animali di vario genere).


Giorno 5: Tokyo - Kyoto

La mattina di buon'ora prendiamo lo Shinkansen per Kyoto, con l'obiettivo di sfruttare almeno il pomeriggio per visitare l'antica capitale. Se ci si siede sulla destra guardando verso il senso di marcia del treno (nei posti D ed E) ad un certo punto è possibile vedere il monte Fuji, se la giornata è limpida. Ovviamente nel nostro caso c'era la nebbia. Arrivati a Kyoto facciamo il check in al Pocket Hotel, albergo/ostello super tecnologico a due passi dal Nishiki Market (vedi articolo Dove dormire), quindi ci dirigiamo appunto al pittoresco mercato al coperto, dove è possibile trovare una grande varietà di cibo da strada. Nel pomeriggio ci dedichiamo alla visita della parte nord di Higashiyama, il quartiere orientale di Kyoto.

La Passeggiata del Filosofo a Kyoto
La Passeggiata del Filosofo a Kyoto

Partiamo dal Ginkaku-ji (Padiglione d'Argento), per poi percorrere tutta la Passeggiata del Filosofo, con una breve tappa al meno noto Honen-in, un tempio zen immerso nel verde. Quest'ultimo, proprio perchè meno conosciuto e quindi non preso d'assalto da orde di turisti, è uno dei pochissimi templi giapponesi dove siamo riusciti a trovare veramente la pace e l'armonia dei templi zen.

Verso sera facciamo un giro a piedi nel famosissimo quartiere di Gion, il quartiere delle Geisha. Il quartiere è interamente costituito da case tradizionali in legno e ha un'atmosfera molto particolare, specialmente di sera quando le luci sono soffuse e le Geiko (nome corretto delle Geisha) vengono allo scoperto, anche se sono molto sfuggenti e non amano essere fotografate.


Giorno 6: Kyoto

Il giorno successivo rimandiamo causa clima avverso la gita prevista a Nara (il meteo dava 2 gradi e neve), e ci dedichiamo alla visita del centro e della zona sud/est di Kyoto. Il nostro percorso parte dalla zona di Kawaramachi, con la sua lunghissima galleria piena di negozi e ristoranti per poi proseguire verso il fiume, costeggiato dalla caratteristica Kyiamachi Dori, molto animata soprattutto la sera. Proseguiamo attraverso il già citato quartiere di Gion (stavolta in veste diurna) per raggiungere le affollatissime vie tradizionali Ninen-zaka e Sannen-zaka.

Ragazzi in abiti tradizionali a Kyoto
Ragazzi in abiti tradizionali a Kyoto

Ci facciamo largo tra la folla della Golden Week, perlopiù giovane, autoctona e vestita con coloratissimi abiti tradizionali, fino al Kyomizu-Dera, uno dei templi più maestosi e frequentati di Kyoto, purtroppo al momento in ristrutturazione. Nell'area del tempio non perdetevi il divertente percorso completamente al buio, in fondo a quale si raggiunge una pietra sacra che, secondo la tradizione, esaudisce un nostro desiderio.

Il quartiere di Gion a Kyoto
Il quartiere di Gion a Kyoto

Nel pomeriggio ci rechiamo al teatro di Gion per assistere al Miyako Odori, uno spettacolo di danze tradizionali delle Geisha che viene proposto solo nel mese di aprile, in coincidenza con la fioritura dei ciliegi. Lo spettacolo - 4000 yen a persona - dura un'ora ed è a dire il vero piuttosto ripetitivo, ma se cercate un contatto con la vera tradizione giapponese delle Geisha, allora fa per voi.

Concludiamo la giornata, nonostante la pioggia, al Fushimi-Inari, il tempio dai mille torii arancioni, più fotogenico che affascinante.


Giorno 7: Himeji (da Kyoto)

Il settimo giorno non è dedicato al riposo, bensì alla visita di Himeji, cittadina ad un'ora di Shinkansen da Tokyo, che ospita il più importante e maestoso castello dell'intero Giappone. Il castello, detto l'Airone Bianco, è visitabile all'interno, ed è sicuramente nella top 3 delle visite più belle del nostro itinerario giapponese.

Il Castello di Himeji
Il Castello di Himeji

Se lo visitate in una giornata fredda, mettetevi dei calzini molto caldi, perchè è obbligatorio togliere le scarpe all'interno e il pavimento è gelido. Adiacente al castello si trova il giardino Koko-en (comprate il biglietto integrato castello + giardino, conviene nettamente), un'oasi di pace che esprime al meglio la filosofia zen anche in piena Golden Week.

Giardino Koko-en a Himeji
Giardino Koko-en a Himeji

In mezzo al giardino è presente anche un piccolo ristorante dove abbiamo pranzato, davvero piacevole e a prezzi contenuti. Causa tempo molto instabile saltiamo l'ultima tappa del nostro giro a Himeji, ovvero la salita sul monte Shosha con la funicolare, e torniamo anticipatamente a Kyoto. Qui sfruttiamo le ultime ore del pomeriggio per assistere ad uno spettacolo di arti tradizionali giapponesi al Gion Corner (un po' caro ma interessante).


Giorno 8: Kyoto

L'ultimo giorno vero e proprio di visita a Kyoto è caratterizzato dalle grandi folle della Golden Week: sia la foresta di bambù di Arashiyama sia il Kinkaku-ji (Padiglione d'Oro) ne risultano fortemente penalizzati, pur senza perdere completamente il loro innegabile fascino. Fuori dal tempio è in atto una moderna forma di vendita delle indulgenze, sotto forma di Omamori, portafortuna tipici giapponesi: ciascuno è composto da un sacchettino ricamato contenente un piccolo amuleto di legno intagliato, che dovrebbe portare fortuna su aspetti specifici della propria vita (amore, lavoro, salute...) - il sacchetto non va assolutamente aperto, altrimenti perde il suo potere.

Il Kinkaku-ji
Il Kinkaku-ji

Tornando alla foresta di bambù e al Padiglione d'oro, il mio consiglio è di visitarli la mattina presto - soprattutto la foresta - in modo da evitare le orde di turisti.


Giorno 9: Nara (Kyoto)

L'ultimo giorno a Kyoto è dedicato all'escursione a Nara, cittadina a pochi km da Kyoto famosa per il suo enorme parco abitato da cerbiatti. Nara è raggiungibile piuttosto comodamente (in meno di un'ora) con una linea JR dalla stazione centrale di Kyoto, per cui se avete il JR Pass il viaggio è incluso.

Cerbiatti nel parco di Nara
Cerbiatti nel parco di Nara

All'interno del parco si trovano tutte le attrazioni principali di Nara, a partire dal tempio Todai-ji, contenente la statua del Grande Buddha (Daibutsu), che se la gioca con quello di Kamakura per fama e dimensioni. I famosi cerbiatti - che abbiamo trovato in fase di muta del pelo e quindi privi delle caratteristiche macchie bianche - sono effettivamente sparsi per tutto il parco. I primi che abbiamo incontrato sembravano molto mansueti e quasi drogati, successivamente invece ne abbiamo trovati alcuni piuttosto sovreccitati dalla presenza di qualsiasi genere di cibo.

Per pranzare a Nara un'opzione è comprare a Kyoto un bento (tipico pranzo al sacco giapponese) e consumarlo nel parco, ma per i più pigri - come noi - esistono alcuni ristorantini con un buon rapporto qualità prezzo. Per un ottimo ramen fermatevi al Mizuya Chaya, a pochi passi dal Santuario Mizuya, immerso nel verde e davvero autentico.

Al rientro a Kyoto troviamo ad attenderci una triste serata di pioggia, che ci spinge a concederci dopo cena una poco giapponese birra in un irish pub.


Giorno 10: Kyoto - Tokyo

L'ultimo giorno il nostro programma, già di per sé scarico causa rientro a Tokyo, viene ulteriormente ridimensionato a causa della pioggia e da un po' di stanchezza da fine viaggio. Arrivati a Tokyo prendiamo possesso della nostra camera al comodo Smile Hotel - che consiglio a chiunque debba dormire vicino alla stazione, è a pochissimi metri dalla fermata di Kayabacho. Quindi trascorriamo pigramente il pomeriggio a Ginza, quartiere lussuoso ma non particolarmente interessante, e Roppongi, che si distingue principalmente per le Roppongi Hills (centro commerciale abbastanza pretenzioso). Volevamo pranzare al mercato del pesce di Tsukiji, ma purtroppo abbiamo scoperto che il mercato storico è stato chiuso a fine 2018, e quello nuovo è inutile è senz'anima.

La nostra ultima cena giapponese, coincidente con le ultime ore dell'era Heisei a causa dell'abdicazione dell'imperatore Akihito, viene consumata nel ristorante proprio sotto lo Smile Hotel, serviti da un cameriere dai mille inchini.


Giorno 11: Tokyo - Milano

Mentre il nuovo imperatore Naruhito si prepara all'incoronazione, dando il via all'era Reiwa, la nostra sveglia suona alle 5 del mattino per andare a prendere il primo Narita Express della giornata. La metro di Tokyo già a quell'ora è illuminata ed affollata come se fosse pieno giorno, in particolare la stazione centrale. Rientriamo a Milano ancora con Korean Air facendo scalo a Seul, dove vengo mio malgrado coinvolto in uno spettacolo tradizionale di arti koreane. Si chiude così la nostra avventura nell'estremo oriente.

Vista panoramica di Tokyo dal Palazzo del Governo
Vista panoramica di Tokyo dal Palazzo del Governo

Considerazioni finali


Il Giappone è un paese vasto e pieno di posti bellissimi e diversi in ogni stagione, per cui è impossibile pensare di vedere tutto quello che ha da offrire in pochi giorni. Se però, come me, non avete la smania di vedere ogni angolo del Paese del Sol Levante, ma volete semplicemente avere un assaggio della storia e della cultura nipponica, allora a mio parere 10 giorni sono assolutamente sufficienti. Se avete qualche giorno in più potete spingervi fino a Hiroshima o passare da Osaka e dal monte Fuji, se avete diverse settimane potete andare a Nord fino a Sapporo o a Sud nelle isole tropicali di Okinawa. Ma a mio avviso non aggiungerà nulla di sostanziale al vostro viaggio, perché quello che a me rimarrà del Giappone non sono i singoli templi o i quartieri di Tokyo, ma l'atmosfera che si respira in tutto il Paese, che nel bene e nel male è completamente diversa dalla nostra.

Per cui, se avete 10 giorni e qualche risparmio da parte, non esitate a partire!



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