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  • Immagine del redattoreFilippo P.

Islanda, il mio viaggio on the road

Aggiornamento: 17 gen 2022

Un itinerario di 9 giorni intorno al paese più remoto d'Europa, dove la natura domina incontrastata, tra geyser, ghiacciai, cascate e paesaggi mozzafiato


In un'estate dove, fino a maggio, viaggiare fuori dall'Italia sembrava impossibile o quasi, siamo riusciti a salvare le nostre vacanze con uno dei viaggi on the road che da tempo avevo in programma, ma l'occasione giusta non si presentava mai: l'Islanda. La meta più remota e per me affascinante tra le poche rimaste disponibili grazie al nostro caro Covid. Superando rapidamente le poche remore causate dal tampone all'arrivo e dal rischio quarantena in caso di esito positivo, prenotiamo i voli con due mesi scarsi di anticipo, pochissimi per i miei standard: a ferragosto niente grigliate, si va in Islanda!

La cascata di Kirjufellsfoss e il monte Kirkjufell
La cascata di Kirjufellsfoss e il monte Kirkjufell

Quello in Islanda è uno dei viaggi on the road per antonomasia: a farla da padrona è la natura, le tappe sono tante, distanti tra loro e spesso impossibili da raggiungere senza un mezzo autonomo. Scartiamo l'ipotesi camper, per quanto affascinante, dopo un'attenta analisi costi/benefici, e decidiamo di puntare sulla formula auto + guesthouse. Con soli 9 giorni a disposizione (voli esclusi), è servita una buona dose di organizzazione per riuscire ad incastrare tutto, ma ci siamo riusciti egregiamente.


Di seguito descriverò quindi, giorno per giorno, il nostro itinerario nella Terra del ghiaccio e del fuoco, riportando per ciascuno una mappa dedicata con l'itinerario del giorno (una mappa unica sarebbe troppo complessa!). Per il dettaglio dei costi del nostro viaggio in Islanda, rimando all'articolo dedicato: quanto costa un viaggio fai-da-te in Islanda.


Itinerario giorno per giorno


Giorno 0: Da Milano a Reykjavík

Per poter sfruttare al meglio la sola settimana di ferie disponibile e massimizzare i giorni, partiamo alle 18 del venerdì da Milano (Linate) con Lufthansa, e, dopo un comodo scalo a Francoforte, arriviamo in Islanda in tarda serata. All'arrivo ci attende una coppia di amici con cui sperimenteremo la formula (per noi inedita) di viaggio in 4. Prima però ci attende anche un poco piacevole tampone per il Covid, fortunatamente piuttosto rapido vista l'ora tarda. Una volta usciti dall'aeroporto, recuperiamo la nostra comoda Dacia Duster 4x4, noleggiata dall'Italia, e ci fiondiamo a dormire nel bizzarro ma piacevole Hotel Viking ad Hafnarfjörður, nei dintorni della capitale.


Giorno1: Il Circolo d'Oro Km percorsi: 210

Inizia l'on the road, e la prima preoccupazione è fare provviste. In Islanda si mangia male e si spende tanto, quindi abbiamo improntato la vacanza su pasti semplici ed economici: tristi panini a pranzo e pasta/risotti a cena, portati da casa da bravi italiani e preparati sfruttando i cucinini delle guesthouse.

Teste di pecora al Bonus
Teste di pecora al Bonus

La prima tappa è il supermercato Bónus, uno dei più diffusi ed economici del paese, nella cui insegna campeggia un maiale strabico (o stordito, non si capisce).


Già qui incontriamo le prime stranezze, come un intero reparto dei surgelati dedicato a teste di pecora intere e un altro ad interiora di animali (probabilmente sempre pecore).

Completati i nostri più banali acquisti, ci dirigiamo verso la prima tappa classica di quasi tutti i viaggi in Islanda: il Circolo d'Oro, nome scelto totalmente a caso per vendere i tour nella zona, che comprende il Parco Nazionale Þingvellir (la Þ si legge "th"), i geyser di Geysir e la cascata di Gullfoss. Le tre attrazioni naturali sono piuttosto vicine tra di loro e si visitano comodamente tutte in un giorno.

Parco Nazionale di Þingvellir
Parco Nazionale di Þingvellir

A Þingvellir camminiamo nella faglia che separa la placca tettonica eurasiatica da quella americana, a Geysir vediamo eruttare più volte lo Strokkur (succede ogni 5-10 minuti) ed infine a Gullfoss ci infradiciamo di pioggia e di schizzi della cascata, ma ne vale la pena.


Prima di raggiungere la nostra guesthouse a Skálatjörn, vicino a Selfoss, ci concediamo lungo la strada un bagno rigenerante nella pozza calda di Hrunalaug, un posto veramente fuori dal mondo con due pozze d'acqua termale in mezzo alla campagna.


Unica pecca la sciura, probabilmente abusiva, che presidia l'ingresso a bordo di un suv col motore perennemente acceso (per non congelare) e chiede un pizzo di 1000 Kr per accedere (oppure 10€ o 10$, con un cambio molto sfavorevole). E' stato l'unico posto in cui sono tornate utili le corone che avevo stupidamente prelevato all'arrivo: in Islanda si paga davvero tutto con la carta!

Lo Strokkur in attesa di eruttare
Lo Strokkur in attesa di eruttare

Giorno 2: La costa Sud (prima parte) Km percorsi: 220

Il risveglio del secondo giorno ci mette di fronte ad uno dei più grossi ostacoli di un viaggio in Islanda, ovvero il clima. Pioggia e vento si fanno sentire fin da subito, e ci accompagneranno per tutta la giornata, compromettendo in parte l'itinerario e il nostro livello di apprezzamento delle tappe effettuate.

Seljalandsfoss
Seljalandsfoss

Tanto per non bagnarci, iniziamo subito con due delle più belle cascate del paese: Seljalandsfoss, l'unica che è possibile vedere anche da dietro, e la vicina Skógafoss. Senza dubbio maestose ed affascinanti, ma col sole (o almeno senza pioggia) dev'essere tutta un'altra cosa. Dopo un lauto pranzo a base di panini consumati in macchina (succederà spesso), proseguiamo verso la zona di Vík í Mýrdal. Decidiamo di saltare la tappa al relitto del DC-3, visto che avrebbe implicato un totale di 7 km a piedi sotto il diluvio in un deserto di lava, e quella al promontorio di Dyrhólaey, causa visibilità quasi nulla. Ci dirigiamo direttamente alla spiaggia nera di Reynisfjara, dove la pioggia ci dà una breve tregua (ma non il vento), e riusciamo ad ammirare le formazioni di basalto e l'infrangersi delle onde sulla spiaggia di sabbia lavica.

La spiaggia nera di Reynisfjara
La spiaggia nera di Reynisfjara

Un poco rassicurante cartello all'ingresso della spiaggia suggerisce di stare a distanza dal bagnasciuga a causa di onde anomale che possono trascinarti nell'oceano a 10 gradi, citando anche il decesso di un turista cinese qualche anno fa con tanto di foto del relativo articolo di giornale.

Canyon di Fjaðrárgljúfur
Canyon di Fjaðrárgljúfur

Concludiamo una giornata comunque ricca di immagini uniche con una delle tappe forse più sottovalutate della zona, il canyon di Fjaðrárgljúfur. Forse per il nome impronunciabile, raramente questo luogo viene citato in guide e blog, mentre a mio avviso merita assolutamente una visita, anche in condizioni climatiche avverse (che forse invece gli conferiscono ancora più fascino).


Sfiniti dalla giornata, ci rechiamo nel vicino paese di Kirkjubæjarklaustur, dove ceniamo nell'unico caffè/ristorante della zona, il Systrakaffi. Ottimi hamburger e personale simpatico come un calcio nei testicoli, come quasi sempre accade in Islanda. Sarà che ci sono più pecore che islandesi (non sto scherzando), ma sicuramente questi ultimi non sono molto inclini all'empatia e al calore umano.


Giorno 3: La costa Sud (seconda parte)

Km percorsi: 230

Se quella precedente era stata la giornata dell'acqua, tra pioggia e cascate, questa è la giornata del ghiaccio: le due tappe previste sono il ghiacciaio Vatnajökull e la laguna ghiacciata di Jökulsárlón.

Il ghiacciaio Vatnajökull
Il ghiacciaio Vatnajökull

Raggiungiamo in un'oretta Skaftafell, da cui parte l'escursione sul ghiacciaio che avevamo prenotato dall'Italia. Dopo un breve trekking fino ad una delle lingue del ghiacciaio, la nostra simpatica guida (infatti non era islandese) ci spiega come indossare i ramponi e iniziamo a camminare sul ghiaccio per un'oretta. La gita è semplice e non troppo faticosa, abbastanza cara - come tutto in Islanda - ma ne vale davvero la pena. Stanchi ed affamati divoriamo gli ennesimi panini in macchina prima di proseguire per Jökulsárlón. Appena prima di raggiungere il parcheggio principale, da cui partono i tour in barca, ci fermiamo in uno dei parcheggi sulla sinistra e ci arrampichiamo a piedi sulla collinetta che separa la strada dalla laguna. La vista che si apre davanti a noi è pazzesca: in uno scenario spettrale decine di iceberg bianchi, azzurri e grigi si riflettono sull'acqua a perdita d'occhio. Riusciamo anche a vedere da pochi metri una foca spiaggiata su un iceberg, che ci accoglie con una lunga pisciata (quanti possono dire di aver visto urinare una foca?).

Foca a Jökulsárlón
Foca a Jökulsárlón

Presi dall'entusiasmo raggiungiamo il parcheggio principale e ci concediamo un breve giro in mezzo alla laguna su un mezzo anfibio davvero tamarro e probabilmente non troppo ecologico. Stanchi e infreddoliti facciamo solo una breve sosta alla Diamond Beach, dove gli iceberg della laguna vanno a spiaggiarsi, e concludiamo il tragitto della giornata guidando fino a Stafafell.


Giorno 4: I fiordi orientali Km percorsi: 230

Dopo tre giorni a tappe serrate, oggi ci aspetta una giornata principalmente di trasferimento verso nord. Ma in Islanda ogni tratto di strada può riservare grandi sorprese, e i fiordi orientali non fanno eccezione. La prima sorpresa è che esiste il sole anche nel cielo islandese, la seconda è che i fiordi regalano degli scorci davvero unici, anche se lungo la strada non ci sono tappe particolarmente significative. Resistete quindi alla tentazione di seguire Google Maps tagliando all'interno, e seguite la Road 1 che fa la serpentina nei fiordi, ci si mette un po' di più ma la vista ripaga ampiamente.


Lungo la strada ci fermiamo nel paesino di Djúpivogur, molto carino e noto per una discutibile opera d'arte che rappresenta tutte le uova degli uccelli islandesi. Ci concediamo una sosta anche nell'anonima Breiðdalsvík per pranzare (basta panini!), e arriviamo nel pomeriggio alla nostra guesthouse sperduta nella campagna a nord di Egilsstaðir. Grazie al cielo terso si vedono in lontananza le montagne innevate, bellissimo.


Giorno 5: I dintorni del Lago Mývatn

Km percorsi: 250

Prosegue il bel tempo e prosegue il piacere di guidare tra gli incredibili paesaggi islandesi. La strada che collega Egilsstaðir a Mývatn è probabilmente la più bella e suggestiva di tutta l'Islanda, sembra davvero di essere su un altro pianeta.

La strada da Egilsstaðir a Mývatn
La strada da Egilsstaðir a Mývatn

Dopo un paio d'ore raggiungiamo i dintorni del lago, e subito dobbiamo fare i conti con il vero ostacolo ambientale della zona: i moscerini. Sono numerosissimi e fastidiosissimi, tanto che molte persone arrivano munite di cappelli con retina da apicoltori.

Cratere Víti a Krafla
Cratere Víti a Krafla

Sono un po' ridicoli ma ti salvano veramente, noi ci siamo dovuti accontentare di cappuccio e mascherina (una volta tanto è servita a qualcosa anche in Islanda).

Pozze di fango fumanti a Hverir
Pozze di fango fumanti a Hverir

Il fastidio dei moscerini è però ampiamente ripagato da ciò che si vede: lo specchio d'acqua azzurrissimo del cratere Víti, le solfatare e il fango gorgogliante di Hverir, la grotta di Grjótagjá (famosa grazie a Game of Thrones), gli pseudo-crateri di Skútustaðagígart, e probabilmente tanti altri posti assurdi che per questioni di tempo abbiamo dovuto ignorare.

In zona sono presenti anche delle terme simili alla Blue Lagoon, che però abbiamo saltato in quanto avevamo già quest'ultima in programma. Costano poco meno e sono un po' meno famose, c'è chi le consiglia.


Salutati il Lago Mývatn e i moscerini, ci rimettiamo in marcia verso la Cascata degli Dei, Goðafoss, che visitiamo prima di raggiungere la vicina fattoria dove pernottiamo. Questa cascata è decisamente più piccola rispetto a quelle viste nella parte meridionale dell'isola, ma la sua forma semicircolare la rende a suo modo spettacolare.


Giorno 6: In viaggio verso Ovest Km percorsi: 460

Ci alziamo con calma e cerchiamo di non appesantirci con la colazione: alle 13 ci aspetta a Dalvík un'escursione di whale watching di 3 ore, e temiamo le condizioni del mare. Dalvík è l'alternativa un po' più di nicchia alla più famosa Husavík per l'avvistamento delle balene, mediamente meno affollata e in una posizione meno esposta alle correnti, per questo in linea di massima è preferibile.

Gli unici abitanti del posto
Gli unici abitanti del posto

Lungo la strada facciamo tappa ad Akureyri, seconda città d'Islanda (ben 20.000 abitanti!), dove in realtà c'è abbastanza poco da fare. Appena arrivati a Dalvík però facciamo una brutta scoperta: l'escursione è stata annullata a causa del troppo vento, ci avevano anche inviato una mail circa un'ora prima (che ovviamente non avevo letto). Non possiamo nemmeno ripianificare al giorno dopo, perchè le nostre tappe sono troppo serrate, per cui decidiamo di sfruttare il pomeriggio libero per anticipare la smacchinata che ci avrebbe atteso il giorno dopo. Ci concediamo una visita al museo dell'aviazione di Akureyri (non male ma troppo caro), dopo di che ci mettiamo il cuore in pace e maciniamo quasi 400 km, di cui la metà su strade semi-sterrate, per raggiungere in serata la penisola di Snæfellsnes. Dormiamo in una guesthouse prenotata il giorno stesso appena fuori dal paese di Stykkishólmur - avremmo dovuto dormire molto più indietro, vicino a Varmahlíð.


Giorno 7: La penisola di Snæfellsnes

Km percorsi: 180

Il cambio di programma del giorno prima se non altro ci dà un vantaggio: abbia tutto il giorno per girare la penisola in tranquillità, sfruttando la bellissima giornata di sole.

Carne di squalo nell'essiccatoio di Bjarnarhöfn
Carne di squalo nell'essiccatoio di Bjarnarhöfn

Iniziamo arrampicandoci sul promontorio che domina il porticciolo di Stykkishólmur, quindi visitiamo la Biblioteca dell'Acqua, un'installazione permanente con delle colonne contenenti acqua di tutti i ghiacciai islandesi (niente di che). Ci spostiamo quindi a Bjarnarhöfn per visitare il museo della carne di squalo, dove una simpatica ragazza italiana ci fa un'interessante spiegazione di come viene lavorato lo squalo, e dove abbiamo la possibilità di assaggiare il famigerato squalo fermentato. Il sapore non è male, puzza un po' di ammoniaca, ma niente di insopportabile... è un'esperienza che vale la pena provare!

Proseguiamo quindi nel giro della penisola, fermandoci poco dopo a Kirkjufellsfoss (cascata con vista sull'iconico monte Kirkjufell), quindi ci avventuriamo nel parco nazionale del ghiacciaio Snæfellsjökull, dove Jules Verne ambientò il suo "Viaggio al centro della Terra". Vediamo la selvaggia spiaggia di Skarðsvík, ci arrampichiamo in cima al cratere Saxhóll, passeggiamo verso i faraglioni di Londrangar e concludiamo con la fotogenica chiesetta nera di Búðakirkja.

La chiesa di Búðakirkja
La chiesa di Búðakirkja

Avremmo voluto visitare anche le grotte di lava di Vatnshellir, ma purtroppo siamo arrivati troppo tardi (ci sono solo 3 visite al giorno, alle 14, 15 e 16). Dormiamo in una guesthouse nei pressi di Grundarfjörður.

La penisola di Snæfellsnes viene spesso ignorata in molti tour dell'Islanda, perchè rappresenta una deviazione rispetto alla Road 1, ma a mio avviso vale assolutamente la pena di dedicarle almeno un giorno pieno.


Giorno 8: Arrivo a Reykjavík

Km percorsi: 180

La vacanza nella natura selvaggia volge ormai al termine, si torna alla civiltà. Raggiungiamo Reykjavík verso l'ora di pranzo, e dopo aver consumato gli ultimi panini della vacanza ci lanciamo nella visita delle principali attrazioni della capitale.

Case variopinte a Reykjavík
Case variopinte a Reykjavík

A dire il vero a Reykjavík c'è veramente poco da vedere: la discutibile chiesa di Hallgrímskirkja, il modernissimo palazzo dell'Harpa e le due vie principali del centro, piene di baretti e negozi di souvenir. L'atmosfera è piacevole, soprattutto nel weekend quando la popolazione locale si riversa per le vie del centro, ma una giornata qui è più che sufficiente.


Giorno 9: Reykjavík, la Blue Lagoon e il rientro a Milano

Km percorsi: 70

A mezzanotte passata ci attende il volo di rientro a Milano, abbiamo quindi un'intera giornata a nostra disposizione per concludere in bellezza il nostro viaggio. In mattinata ci concediamo un giro dal porto vecchio di Reykjavík sul cosiddetto Puffin Express, una barca che in circa 20 minuti raggiunge un'isoletta nella baia dove nidificano migliaia di puffin, le iconiche pulcinelle di mare simbolo dell'Islanda.

La Blue Lagoon
La Blue Lagoon

Siamo fortunati, perchè sono gli ultimissimi giorni dell'anno in cui si può fare questo tour: intorno al 20 agosto i puffin migrano verso la Groenlandia, e torneranno solo la primavera successiva.


Trascorriamo l'ultimo pomeriggio nel migliore dei modi, a mollo nell'acqua turchese a 38 gradi della Blue Lagoon, nel bel mezzo di un campo di lava. Senza dubbio uno dei posti più turistici d'Islanda, ma è davvero un'esperienza unica che vale tutti i 40€ circa del biglietto d'ingresso. Attenzione: l'ingresso va prenotato in anticipo online, non solo la data ma anche la fascia oraria.

In serata, dopo l'ultima cena islandese a base di hamburger, riconsegniamo la nostra fedele Dacia Duster e ci dirigiamo in aeroporto per il lungo e triste volo di rientro.


Considerazioni finali

Diversamente da quanto avevo letto su svariati siti, il giro intero dell'Islanda in meno di 10 giorni è a mio avviso assolutamente fattibile, basta sapersi organizzare e accettare di fare qualche rinuncia e di guidare un po' - abbiamo percorso oltre 2000 km! Ogni ora di guida è comunque un'ora ben spesa, perché ti riempie gli occhi di paesaggi indimenticabili. Se avete a disposizione 2 settimane troverete sicuramente qualche tappa da aggiungere, ad esempio dicono che i fiordi occidentali siano bellissimi, oppure potete prendervela con un po' più di calma. Ma se come noi avete solo 9-10 giorni, non vi scoraggiate e non rinunciate alla parte settentrionale dell'isola!

La popolazione più numerosa dell'Islanda
La popolazione più numerosa dell'Islanda

In ogni caso l'Islanda è un paese unico, che probabilmente tutti dovrebbero visitare almeno una volta nella vita. Pur rimanendo in Europa, ci si trova immersi nella natura più selvaggia e incontaminata, dove cavalli, pecore e uccelli sono molto più numerosi degli uomini. E' una terra aspra ed inospitale, dove ad ogni angolo puoi trovare colate di lava, cascate, ghiacciai, vulcani, fango che ribolle... insomma, se sceglierete di viaggiare qui difficilmente ve ne pentirete.



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